Foto: Radio Capodistria
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Ora è ufficiale: la cabinovia Trieste - Opicina sarà finanziata dal governo di Roma, lo ha reso noto direttamente il ministro Salvini, in seguito alla firma del decreto che assegna 48,7 milioni al Comune di Trieste per la realizzazione dell'opera. Si tratta di risorse statali assegnate dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Lo stesso Salvini, lo scorso 4 dicembre durante una visita nel capoluogo giuliano aveva anticipato che i fondi per la cabinovia sarebbero stati reperiti tramite fondi statali.

I fondi sostitutivi saranno reperiti da una riprogrammazione di risorse precedentemente stanziate per il nuovo tram Sir 2 di Padova, che potrà invece beneficiare dei fondi Pnrr recuperati da una variazione del finanziamento per la metrotramvia 7 di Milano, che sarà ora in parte coperta dal governo ed appunto dalla cabinovia di Trieste.

Come ricorda il quotidiano di Trieste "Il Piccolo", lo scorso luglio proprio l'Unità di Missione del Pnrr aveva comunicato al ministero dei Trasporti che "l'intervento non sarebbe più ammissibile ai fini del Pnrr", valutando negativamente l'impatto che la cabinovia avrà sul bosco del Bovedo. Infatti, il progetto aveva ottenuto parere negativo nella Valutazione di incidenza ambientale (Vinca) di II livello e positivo solo con le compensazioni poi recepite dalla Regione al III livello.

Successivamente, in settembre, il ministero comunicava al Comune la necessità di "verificare la possibilità di finanziare l'intervento con risorse statali" in seguito a quel primo giudizio ambientale negativo che non poteva più essere sostenuta dal Pnrr, che copriva l'opera con 48, 8 milioni sui 62 totali.

La procedura, dopo i pareri arrivati dall'Europa, avrebbe dovuto fermarsi, ma l'esecutivo nazionale ha continuato a sostenere Comune e Regione. A partire dal via libera del ministero dell'Ambiente, che ha permesso alla giunta comunale di completare la Vas (Valutazione ambientale strategica) e approntare la variante urbanistica "accesso nord", il cui voto in Consiglio comunale è previsto per febbraio.

I fondi del Pnrr non vengono quindi persi, perché ridestinati a Padova e, secondo quanto comunica il Comune, il governo non spende nulla in più del previsto perché recupera quote precedentemente stanziate. Il decreto di fatto blinda l'impianto di risalita dal punto di vista finanziario e svincola l'iter dai più stringenti vincoli ambientali e temporali voluti dall'Europa.

Davide Fifaco