Nel giro di due giorni il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha ricordato la tragedia dell’Esodo e delle Foibe, ha approvato la legge sugli “Interventi volti alla conoscenza, alla diffusione e al ricordo del dramma delle foibe e dell’esodo istriano-fiumano-dalmata”, e rinviato l’esame della proposta di legge che modifica l’articolo 604 – bis del codice penale, che punta a inserire esplicitamente un riferimento, accanto alla negazione della Shoah, alla “negazione, minimizzazione in modo grave o apologia dei massacri delle foibe”.
Uno degli ispiratori dei provvedimenti è il consigliere regionale di Fratelli D’Italia Claudio Giacomelli, protagonista di un duro scontro in aula con il Consigliere del Pd ed esponente della minoranza slovena Igor Gabrovec.
Secondo Giacomelli i tempi sono maturi per arrivare al riconoscimento, anche a livello penale, del reato di negazione delle Foibe.
“La norma che abbiamo proposto – spiega – modifica il terzo comma dell'articolo 604 bis del Codice penale. Questo tipo di reato viene già previsto, ma con delle locuzioni molto generiche, come ‘crimini contro l'umanità’. ‘crimini di guerra’, e ha un unico caso specifico che comporta un aggravante, che riguarda il negazionismo della Shoah. Nei tribunali è quindi difficilissimo per i giudici, tranne che nel caso della Shoah, andare a giudicare dichiarazioni o frasi su temi che non sono specificatamente menzionati, quindi, per quanto riguarda le locuzioni generiche, possiamo dire che 604 bis del Codice penale è un fallimento”. “Noi riteniamo che, per ciò che riguarda il negazionismo della tragedia dell'Esodo e dei massacri delle Foibe, sia necessaria una specifica nel Codice penale, in modo che anche questo tipo di comportamenti, che sono assolutamente odiosi, siano sanzionati al pari di altre tragedie del Novecento”.
Ma non c'è il rischio che iniziative di questo tipo possano confondere due fenomeni come le Foibe e la Shoah, tragedie terribili, ma in realtà profondamente diverse?
“Non credo ci sia che ci sia questo problema, perché non si tratta né di un'opera di fiction, né di un’opera divulgativa, si tratta del Codice penale. La scelta avrebbe potuto essere quella d’inserire un nuovo articolo per indicare anche le tragedie di queste terre, ma sarebbe stata una scelta legislativamente incomprensibile per qualsiasi avvocato e per qualsiasi giudice, quindi non c'è alcuna confusione. Peraltro, oltre al negazionismo della Shoah, quell'aggravante contiene anche una serie di negazionismi generici, L’articolo quindi non è unico ed esclusivo sulla questione della Shoah: già contiene altre dizioni, che però sono troppo generiche per poter essere utilizzate. Non ci sarà alcuna confusione: si tratta del Codice penale, di una cosa che riguarda gli operatori del diritto, e non è nostra intenzione fare alcun tipo di paragone fra due vicende così straordinariamente diverse”.
Il Consiglio regionale ha approvato la legge sugli “Interventi volti alla conoscenza, alla diffusione e al ricordo del dramma delle foibe e dell’esodo istriano-fiumano-dalmata”, e la discussione ha avuto anche momenti di forte tensione fra lei e il consigliere del Pd Igor Gabrovec. Secondo lei c'è ancora da lavorare per arrivare a un punto di equilibrio su questi temi?
“C’è ancora ancora da lavorare, ma su due piani assolutamente diversi: il primo è il piano della divulgazione nelle scuole, che è fondamentale, perché è dalle scuole che bisogna iniziare a insegnare, ed è l’aspetto verso il quale punta questa legge, fondamentalmente con dei concorsi e delle borse di studio. Non si finanzia alcuna associazione, si finanziano solo scuole ed enti locali, per iniziare a lavorare dai giovani rispetto a una verità che ormai è sempre più delineata nei suoi confini”.
“Per ciò che riguarda l'altro aspetto, sono i partiti del centrosinistra che devono lavorare: in particolare i partiti del centrosinistra della regione Friuli Venezia Giulia, perché nel resto d'Italia mi pare che il centro-sinistra sia assolutamente ben conscio di quello che è successo e nessuno fa più dichiarazioni come quelle di Gabrovec. Bisogna ancora lavorare: io ho definito quelle dichiarazioni ‘da voltastomaco’, e francamente non avrei mai pensato di poterle sentire in un'aula istituzionale come il Consiglio Regionale”.
Alessandro Martegani