“La sovranità italiana sull’area di Trieste non è mai cessata e il Territorio Libero non è mai stato attuato ed è stato abrogato formalmente da trattati successivi a quello i Parigi”. Non è la fine del confronto sul Territorio Libero di Trieste, visto che ci sono altri ricorsi in ballo e che i sostenitori del TLT annunciano battaglia anche in Europa, ma poco ci manca.
Con la sentenza depositata lo scorso 16 marzo, come riportato anche dal quotidiano il Piccolo, la Corte di cassazione ha confermato la tesi già esposta dal Tribunale e dalla Corte d’Appello di Trieste nel 2019, presso cui avevano presentato ricorso alcuni sostenitori del TLT (primo firmatario il leader dell’International Provisional Representative of the Free Territory of Trieste, Paolo Parovel), contestando in particolare il diritto dello Stato italiano di imporre tasse all’interno del cosiddetto Territorio Libero di Trieste, in virtù del trattato di Parigi del 1947, che, sempre secondo i ricorrenti, non avrebbe la sovranità sulla città e sul porto.
I primi due gradi di giudizio avevano contestato i riferimenti normativi dei ricorrenti e soprattutto avevano dichiarato la questione non sottoponibile al tribunale ordinario, una tesi confermata anche dalla Cassazione, che però è entrata anche nel merito, definendo del tutto infondata la tesi che sostiene l’esistenza del TLT.
Che si tratti del territorio dello Stato italiano, “e non già di altro e diverso organismo sovrano come il cosiddetto Territorio Libero di Trieste o Free Territory of Trieste, - dice la Corte a sezioni unite - emerge in modo evidente anche dalla legge costituzionale 31 gennaio 1963, che ha costituito la regione Friuli Venezia Giulia e stabilito che nel territorio regionale fosse ricompreso anche il comune di Trieste".
La sovranità italiana peraltro era mai cessata, aggiunge la Cassazione, ricordando di essersi espressa già nell’aprile 2014, affermando che “il cosiddetto Territorio Libero di Trieste giuridicamente non è mai esistito e non esiste”, "atteso che la sua astratta previsione ad opera del Trattato di pace di Parigi del 1947, non è stata mai attuata, ed è stata espressamente e legittimamente abrogata da altri Trattati internazionali, in particolare dal Memorandum di Londra del 1954, dal Trattato di Helsinki del 1975 e dal Trattato di Osimo sempre del 1975.
I giudici mettono poi anche in rilievo come, pur negando la giurisdizione dell'Italia, i ricorrenti abbiano proposto un ricorso di fronte al Tribunale italiano, riconoscendone quindi l’autorità, ma anche se le motivazioni fossero ipoteticamente sorrette dal diritto, aggiungono i giudici, non sarebbero comunque presentabili di fronte al tribunale, perché mettono in discussione la stessa struttura costituzionale dello Stato italiano.
Il ricorso è stato dunque rigettato e i ricorrenti condannati al pagamento di ottomila euro di spese per il giudizio.
La sentenza non lascia molto spazio all’interpretazione, ma i sostenitori del TLT non sembrano volersi dare per vinti. Si tratta di un’area composita, che negli ultimi anni si è anche divisa, perdendo parte dei sostenitori per strada dopo le grandi manifestazioni degli ultimi 10 anni: la Federazione del Territorio libero ha recentemente mancato l’ingresso in Consiglio comunale e in parte si è avvicinata anche alla galassia no vax.
Il Free Territory of Trieste ha scelto invece la strada dei ricirsi legali in tribunale e nelle sedi internazionali: in ballo ci sono altri due ricorsi, uno fiscale e uno sulla gestione del Porto Franco e il movimento sarebbe intenzionato anche ad andare fino alle Corti europee ed internazionali, e non è esclusa l’impugnazione della stessa sentenza con una richiesta di revoca.
A riguardo la International Provisional Representative of the Free Territory of Trieste ha precisato che la sentenza depositata “non esamina le leggi e le prove sulle quali si fonda la causa, dichiara difetto di giurisdizione del giudice nazionale italiano ad intervenire su comportamenti di organi dello Stato italiano, e menziona note tesi politiche nazionaliste sulla presunta inesistenza giuridica del Free Territory of Trieste: si tratta perciò – aggiunge la I.P.R. F.T.T. - di una decisione anomala sotto più profili, ad iniziare dal fatto inatteso che subordinerebbe il diritto alla politica, violando l'indipendenza e le altre prerogative costituzionali della giurisdizione”.
“Non è inoltre una sentenza definitiva, e non chiude la questione – dice la nota - perché verrà immediatamente impugnata per revocazione. Non può quindi pregiudicare le altre cause aperte sulla materia, in particolare per quanto riguarda il Porto Franco internazionale, e se venisse riconfermata consentirà, come previsto, di aprire il contenzioso davanti alle corti comunitarie ed internazionali competenti”. "Tutte le azioni legali per i diritti dell'attuale Free Territory of Trieste sono azionate dalla I.P.R. F.T.T. che è un'agenzia di rappresentanza su delega, opera quale soggetto di diritto internazionale, e non ha nulla a che fare - conclude - con le iniziative politico-elettorali menzionate impropriamente da alcuni articoli di stampa sulla recente sentenza".
Alessandro Martegani