Nato a Umago nel 1930, Attilio Micheluzzi è stato uno dei più importanti fumettisti italiani degli anni Settanta ed Ottanta. Collaborò con il Corriere dei Ragazzi, Il Giornalino e l'Eternauta, ma anche con Tiziano Sclavi, autore di Dylan Dog, di cui illustrò un albo speciale. Un artista, meno conosciuto di altri grandi maestri come Pratt e Crepax e che pochi sanno sia nato in Istria; con la mostra l'Irci vuole presentarlo al più ampio pubblico possibile, come ha spiegato il curatore della mostra e del catalogo di Micheluzzi, Roberto Curci: “Non è stato, diciamo fra virgolette, sfruttato commercialmente. Non c'è stato merchandising attorno ai suoi personaggi, quindi, più o meno anche quelli che non masticano la creatività del fumetto, conoscono Corto Maltese, conoscono Valentina, eccetera, ma non conoscono i personaggi di Micheluzzi che è stato uno dei cinque, sei, veramente grandi fumettisti della seconda metà del Novecento italiano, anche per sua scelta, per il suo carattere un po' più schivo, un po' più umbratile”.
Micheluzzi, che è nato in Istria, a Umago, che poi si è trasferito a Napoli, anche qui nelle nelle sue terre, tutto sommato forse andrebbe pubblicizzato di più, fatto conoscere.
“Lo scopo di questa mostra è proprio questo, in effetti, far conoscere un personaggio che è nostro. È nostro perché ha vissuto anche a Trieste e studiato per alcuni anni. Quindi prendere il pubblico un po' più reattivo, diciamo, un po' più sensibile a questa forma di arte, assolutamente sopraffina di questo artista, che continua ad essere ristampato e continua ad avere una grande notorietà anche a livello internazionale quindi era, direi, assolutamente corretto, in qualche modo anzi un atto dovuto, il fatto di ripescarlo ed estrarlo da questo oblio che lo circondava in maniera immeritata”.
Davide Fifaco