L’Udinese non ci sta, e dopo aver studiato il provvedimento del Giudice Sportivo, che aveva ordinato una gara interna a porte chiuse dopo gli episodi della partita in casa contro il Milan, ha deciso di presentare ricorso.
Il club, che aveva immediatamente condannato le frasi razziste gridate più volte contro il portiere rossonero Mike Maignan, ha deciso di presentare ricorso alla Corte Sportiva d’Appello Nazionale della FIGC.
“Abbiamo riflettuto a lungo sul presentare reclamo o meno – ha detto il Direttore Generale del club Franco Collavino –; dopo una lettura scrupolosa degli atti, però, abbiamo maturato la consapevolezza di dover procedere in tal senso per salvaguardare la reputazione del nostro club, storicamente multietnico, e l’impegno dimostrato nel perseguire i colpevoli e contro le discriminazioni”.
Collavino ha anche sottolineato la volontà dell’Udinese di tutelare la propria tifoseria “tradizionalmente corretta – ha aggiunto -, ingiustamente pregiudicata da un provvedimento che colpisce l’intera tifoseria a fronte di inqualificabili comportamenti di pochi”.
Nelle motivazioni della sentenza, il giudice sportivo aveva rilevato “l’obiettiva gravità dei fatti descritti e riportati”, e la mancanza di “chiare manifestazioni di dissociazione” da parte dei sostenitori dell’Udinese durante e dopo gli incidenti, nonostante fossero stati effettuati due annunci al pubblico, ma aveva applicato la sanzione minima, una sola partita a porte chiuse, anche alla luce della collaborazione della società.
La questura di Udine, intanto, dopo aver identificato il primo responsabile, nelle ultime ore ha emesso un Daspo di 5 anni per altre quattro persone ritenute responsabili di insulti al portiere del Milan.
Alessandro Martegani