Ieri manifestazioni di giubilo, oggi si riaccende la protesta: sembrava tutto troppo bello ieri sera a Trieste, quando, alla presenza del sindaco Roberto Dipiazza e di parte della Giunta comunale, i primi mezzi avevano attraversato la galleria di Montebello, chiusa da più di un anno, suonando il clacson e levando le braccia al cielo in segno di vittoria.
I continui ritardi, gli annunci di riapertura e i dietro front, quei 420 giorni di lavori contro i 40 preannunziati nel maggio 2022 sono ancora tutti sul tavolo e, nonostante l’entusiasmo del momento, e gli inviti del Sindaco e della Giunta a guardare al risultato finale anziché alle polemiche de passato, l’opposizione è tornata all’attacco.
“Bisogna essere veramente senza alcun ritegno per salutare la parziale riapertura della Galleria Montebello dopo 421 giorni di chiusura al traffico come un risultato eccellente” ha scritto Riccardo Laterza, Capogruppo di Adesso Trieste in Consiglio Comunale. “Dipiazza, Lodi e tutta la Giunta – ha sottolineato - avrebbero dovuto fare una sola cosa: scusarsi per i disagi arrecati a decine di migliaia di triestini per più di un anno e assumersi le proprie responsabilità politiche”.
Adesso Trieste ricorda che “i collaudi delle opere richiederanno ulteriori chiusure” e che “ci sono più di 700 mila euro di penali da riscuotere”, e aggiunge Laterza “ci batteremo perché una cifra non inferiore a quella delle penali sia destinata quanto prima ai rioni che più hanno subito i disagi della chiusura”. Adesso Trieste stima che nel periodo della chiusura le triestine e i triestini di Valmaura, Borgo San Sergio, Servola o Coloncovez, dell’area sud della città, siano stati costretti a passare 320 mila ore in più nel traffico, con conseguente aumento d’inquinamento, vibrazioni, e rumori e il movimento ha anche lanciato una campagna tesa a ottenere le penali per i ritardi nella ristrutturazione.
La partita, dunque, è tutt’altro che finita, e si giocherà anche sulla gestione dei lavori che rimangono da completare, come l’automatizzazione degli impianti, i collaudi e l’apertura delle piste ciclabili, obiettivi che dovrebbero essere raggiunti fra poche settimane o al massimo entro l’estate, senza possibilità di ritardi o rinvii per non innescare nuove polemiche. Rimane poi di difficile gestione anche il traffico nella galleria, con il limite di 30 chilometri orari in questo periodo di transizione in attesa degli ultimi collaudi: fin dai primi minuti dalla riapertura infatti il limite è stato ampiamente superato da gran parte dei mezzi, e nella galleria si sono infilate anche le biciclette, che al momento, assieme a pedoni e monopattini, non possono accedere al tunnel.
Alessandro Martegani