Garantire opportunità di crescita e istruzione a tutti, valorizzando le potenzialità dei giovani. È questo l’obiettivo dichiarato del G7 istruzione, che ha riunito a Trieste ai rappresentanti dei ministeri dell’istruzione dei sette paesi più industrializzati: l’Italia, che ha la presidenza di turno, e poi Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania, Canada e Giappone, più i rappresentanti di organizzazioni internazionali come l’Unione europea, un rappresentante dell’Ucraina, del Brasile e anche dell’Unione africana.
In tutto 17 delegazioni (gli unici ministri presenti, oltre a Valditara sono quello giapponese, Masahito Moriyama, l'americano Miguel Cardona, e la britannica Dana Barran) per un totale di 100 partecipanti, riuniti nella sede della Giunta regionale a Trieste per tracciare il futuro del sistema dell’istruzione nel mondo, e possibilmente terminare la due giorni con delle proposte concrete, come ha specificato, in apertura dei lavori, il Ministro dell’istruzione italiano, Giuseppe Valditara.
“Vogliamo – ha detto - decidere insieme per il futuro delle nostre scuole, dei nostri giovani e dei nostri insegnanti. Crediamo fortemente in questa pluralità dell'intelligenza. Ogni giovane deve avere un'opportunità e non dobbiamo lasciare indietro nessuno: è questa è la prima finalità della scuola”.
Il vertice intende però andare al di là dell’area dei paesi partecipanti, guardando soprattutto all’Africa, continente con cui soprattutto l’Italia intende avere un dialogo sempre più intenso, e anche all’Ucraina.
“Noi – ha spiegato Valditara - proponiamo di farci carico della ricostruzione delle scuole, delle biblioteche e delle infrastrutture in Ucraina, per poter dare ai giovani ucraini un futuro, perché il futuro e la libertà partono innanzitutto dalla cultura”.
Le delegazioni hanno iniziato il confronto questa mattina, e i lavori proseguiranno fino a domani, con la dichiarazione finale e l’incontro con la stampa.
In un saluto alle delegazioni il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha ricordato come "Il futuro delle prossime generazioni dipende dalle scelte che sapremo adottare a livello internazionale, penso in primo luogo a quelle finalizzate a governare i processi che stanno modificando in modo radicale il mondo produttivo e del lavoro per come lo abbiamo conosciuto negli ultimi decenni. La sfida sull'innovazione tecnologica - ha aggiunto - non può ridursi a un dibattito ideologico sull'intelligenza artificiale, ma deve piuttosto sviluppare risposte capaci di coniugare aspetti etici, economici e sociali in una prospettiva sostenibile e di lungo periodo. Non basta disporre di tecnologia e infrastrutture: occorre investire sulla formazione, vera chiave di volta per accrescere il patrimonio più grande di ogni società, quello costituito dal capitale umano. Proprio per queste ragioni, ritengo che il vertice di Trieste rappresenti uno dei momenti strategicamente più rilevanti, in quest'anno di Presidenza italiana, per i lavori del Gruppo dei Sette".
Alessandro Martegani