Da una parte le continue sottolineature dello spirito transfrontaliero e del dialogo che hanno ispirato la Capitale europea della cultura, assegnata a Gorizia e Nova Gorica, dall’altra lo scontro sui simboli della storia e dei regimi del ‘900. Anziché guardare al futuro, con l’avvicinarsi all’8 febbraio e all’arrivo nelle due città dei presidenti della Repubblica di Slovenia e Italia, i contrasti sulla linea di confine sembrano moltiplicarsi.
Dopo la manifestazione degli operatori culturali a Gorizia contro la mancata revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini, e le parole durissime anche da parte della componente slovena, torna in primo piano la scritta “Tito”, che ha anni campeggia sul monte Sabotino, in territorio sloveno.
L’eurodeputato di Fratelli d’Italia, ed ex sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, ha depositato un’interrogazione alla Commissione Europea che chiede la rimozione della scritta, definita dal parlamentare “un’evidente celebrazione di Josip Broz Tito, dittatore comunista responsabile delle stragi delle Foibe e delle persecuzioni contro migliaia di italiani nel secondo dopoguerra, un simbolo divisivo e offensivo – ha aggiunto - che contrasta con i principi di memoria storica e riconciliazione tra i popoli promossi dall’Unione Europea”.
Il testo (sottoscritto da altri eurodeputati del partito di Giorgia Meloni come il capodelegazione di FdI al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, il co-presidente di Ecr Nicola Procaccini e gli eurodeputati di FdI Berlato, Cavedagna, Ciccioli, Crosetto, Donazzan, Fiocchi, Gambino, Gemma, Magoni, Mantovani, Picaro, Polato, Razza, Squarta, Torselli, Ventola e Vivaldini) chiede alla Commissione se ritenga compatibile con i valori dell’Unione la permanenza della scritta e se intenda sollecitare le autorità slovene “affinché venga rimossa nel rispetto della memoria delle vittime italiane e della cooperazione tra Stati membri”.
Ciriani, ha ricordato anche che il Parlamento Europeo ha più volte ribadito la sua posizione contro ogni forma di totalitarismo: la Risoluzione del 19 settembre 2019 “condanna fermamente tutti i regimi totalitari e il loro lascito di crimini contro l’umanità”, e un altro documento, del 23 gennaio 2025, deplora “il continuo utilizzo negli spazi pubblici di simboli e riferimenti a regimi responsabili di atrocità”. L’Unione Europea, dice l’eurodeputato di Fratelli d’Italia, “deve farsi garante della memoria storica e intervenire per il rispetto delle vittime del comunismo”. “La Slovenia – ha denunciato - continua a ignorare queste indicazioni, mantenendo inalterato un simbolo che glorifica un regime responsabile di violenze e persecuzioni: non possiamo accettare che, nel cuore dell’Europa, si continui a tollerare la celebrazione di un regime sanguinario”.
Si tratta, ha poi aggiunto Ciriani sui social, di una “glorificazione di un dittatore comunista responsabile di massacri e persecuzioni contro migliaia di italiani”. “Uno sfregio alla memoria che l’UE non può più ignorare: basta con l’ipocrisia di chi condanna solo alcuni totalitarismi. Giustizia per le vittime, rispetto per la storia!"
Alessandro Martegani