Nessun braccio teso, nessun eccesso o voce alzata, ma la tensione, e a tratti anche il disagio, erano nell’aria questa mattina a Gorizia, dove, quasi in contemporanea, si sono svolte la commemorazione organizzata dall’associazione reduci della X MAS, e la contro manifestazione dell’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani di Gorizia.
L’appuntamento crea di anno in anno maggiori polemiche, dopo la decisione della giunta comunale di ricevere in municipio i componenti dell’associazione, dedicata a un reparto che nel corso della seconda guerra mondiale aveva optato per il sostegno alla Repubblica sociale e agli alleati nazisti, partecipando anche a operazioni di rastrellamento, con successive esecuzioni sommarie. L’Associazione combattenti X flottiglia MAS, ormai riconosciuta fra le associazioni combattentistiche in Italia, depone ogni anno dei fiori di fronte alle targhe che riportano i nomi dei deportati goriziani e scomparsi in Jugoslavia. Una, che ricorda i dipendenti comunali arrestati dalle forze jugoslave durante i 40 giorni di occupazione Jugoslava, si trova all’interno del Palazzo del municipio, e anche quest’anno la rappresentativa è stata accolta da un’esponete della giunta comunale, la vicesindaca Chiara Gatta, con la fascia tricolore.
Una presenza formale quella della vicesindaca, senza alcuna dichiarazione, mentre per la Decima Mas ha parlato il segretario Roberto Pulli, che ha ribadito la volontà di celebrare i caduti, senza intenti polemici, e rinviato al mittente le critiche all’iniziativa. “Si è invelenito il clima: - ha detto - ormai non puoi più parlare. Se contesti una persona nelle sue idee sei immediatamente classificato come reazionario, come fascista, e naturalmente dall'altra parte se contestano le idee dell'altro sei classificato come comunista o altro. Non so il perché di questo astio: forse la gente, per sentirsi unita ha bisogno di qualcuno da odiare”.
Presente anche il presidente della Lega Nazionale di Gorizia, Luca Urizio, che ha ricordato i dipendenti comunali scomparsi nel maggio ‘45, e affermato che “tanti giovani della Decima hanno imbracciato il fucile per difendere il paese e ritardare l’invasione jugoslava, sacrificandosi per l’Italia”.
Quest’anno lo stesso Pulli ha sottolineato poi la presenza del labaro dell’Associazione Nazionale Volontari “Bir el Gobi”, dedicata ai caduti della 136ma divisione corazzata "Giovani Fascisti", che si distinse nella guerra in Africa. All’esterno di palazzo Attems Santa Croce è poi stato srotolato lo striscione con la scritta “Decima marinai, decima comandante”.
A parte i labari, e qualche accenno al regime, la manifestazione è stata però prudente, senza alcun atto o riferimento diretto al fascismo, nonostante i timori di manifestazioni in questo senso dopo la sentenza della Cassazione che, in caso di commemorazioni, ha sdoganato il saluto romano.
L’iniziativa della X MAS anche quest’anno non ha in ogni caso mancato di innescare reazioni, come quella dell’Anpi, che ha organizzato un contro presidio a poche centinaia di metri, in corso Verdi, con la presenza di un centinaio di persone.
La presidente, Anna di Gianantonio, ha critucato la decisione dell’amministrazione comunale di concedere l’ingresso in comune con i labari ad un’associazione che, ha detto, celebra una formazione militare “fascista”, guidata da un comandante, Junio Valerio Borghese, “che cercò anche metter in atto un colpo di stato nel 1970”. “Questa è una città – ha detto – in cui non si celebra il 25 aprile, non si ricordano le stradi del nazifascismo, e dove si vuole mantenere una memoria divisa e divisiva”. “Il fascismo in Italia non è mai morto - ha concluso - e oggi trova sponda negli uomini delle istituzioni”.
Alessandro Martegani