"Gli auguriamo buon lavoro e gli porgiamo cordiali saluti". Con queste parole si conclude il comunicato stampa con il quale il Coordinamento Lavoratori Portuali di Trieste commenta le eventuali dimissioni del Presidente dell'Autorità portuale Zeno D'Agostino, annunciate nel caso si bloccassero le attività dello scalo giuliano venerdì 15 ottobre, per la protesta contro il Green pass da parte degli stessi portuali.
Come sembra lontano il giugno del 2020, quando proprio i lavoratori del porto presero le difese di D'Agostino che stava per essere destituito da Presidente dell'Autorità portuale per un conflitto di interessi, salvo poi essere confermato nel suo ruolo. Episodio rimarcato nello stesso comunicato stampa, nel quale i portuali sottolineano che non scenderanno a patti fino a quando non sarà tolto l'obbligo di Green pass per lavorare, non solo per i dipendenti del porto ma per tutte le categorie di lavoratori.
La polemica è scoppiata dopo che le aziende che operano nel porto di Trieste dove peraltro è alta la quota di persone sprovviste di Green pass, circa il 40%, si sono dette disposte a pagare i tamponi ai lavoratori fino al 31 dicembre prossimo, a patto però che dal 16 ottobre riprenda l'attività.
Anche il Viminale ha raccomandato in una circolare alle imprese del settore "di mettere a disposizione del personale sprovvisto di green pass test molecolari o antigenici rapidi gratuiti" precisando che gli operatori economici "potranno valutare, nella piena autonomia, ogni possibile modalità organizzativa ai fini dell'acquisizione del green pass da parte dei dipendenti sprovvisti", nel tentativo di scongiurare il blocco delle attività.
Tutto ciò non è servito: i lavoratori del Porto di Trieste hanno confermato che venerdì non saranno operativi. Intanto l'opinione pubblica dei triestini si divide tra chi critica la scelta dei portuali e chi invece li definisce eroi, tra questi ultimi c'è anche chi ha lanciato una raccolta di fondi in loro favore.
Davide Fifaco