"L'incendio del Narodni dom di Trieste viene considerato un momento fondamentale dalle varie storiografie perchè rappresentò un test per il movimento fascista che negli anni a venire avrebbe preso piede su tutto il continente" ci spiega il prof. Gorazd Bajc, che con il collega Borut Klabjan per più di un decennio ha portato avanti una ricerca di archivio in tutto il mondo su questo avvenimento.
Incrociando i dati presenti negli archivi di Roma e Trieste con quelli delle varie rappresentanze diplomatiche presenti in loco all'epoca, emerge fondamentalmente che le autorità italiane lasciarono fare, dando mano libera alle squadracce fasciste. Logicamente chiarisce Bajc "non esiste un documento che scriva abbiamo incendiato il Narodni Dom", ma comparando tutto il materiale molto eterogeneo a loro disposizione, i due storici hanno ricostruito le responsabilità delle autorità di allora che tentarono di smarcarsi dalle accuse, parlando di provocazione jugoslava che avrebbe causato una sparatoria e il conseguente incendio.
Una giustificazione che secondo Bajc e Klabjan non è avvalorata dai documenti, che anzi dimostrano inequivocabilmente come negli anni Venti del Ventesimo secolo le autorità italiane furono lassiste nei confronti dei fascisti che quel giorno incendiarono il Narodni dom, per poi, qualche anno dopo, incendiare l'Europa intera. Una responsabilità, quindi, non da poco.
Barbara Costamagna