È stata un’altra giornata di manifestazioni a Trieste. In piazza Unità, a distanza di poche ore, hanno espresso tutto il proprio dissenso verso il nuovo dpcm prima le organizzazioni del commercio e in particolare i ristoratori, che hanno anche simbolicamente apparecchiato delle aree della piazza, poi le organizzazioni che rappresentano le palestre e le scuole di ballo, le strutture che più di altre sono state colpite dalle nuove norme.
In entrambe le manifestazioni, assolutamente pacifiche e composte, è stato sottolineato come il dpcm stia uccidendo intere categorie, con regole che appaiono incomprensibili, e anche non efficaci, ai manifestanti ma anche al sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, presente a tutte le iniziative, e al Presidente della giunta regionale Massimiliano Fedriga: “Chiediamo al Governo di compiere un gesto responsabilità e di ascoltarci - ha detto il governatore - perché questa richiesta non parte da una piazza fatta da irresponsabili, ma da imprenditori che hanno sempre adempiuto alle prescrizioni, investendo risorse proprie e mettendo in atto tutte le misure di prevenzione per proteggere i lavoratori e i clienti".
Fedriga ha incontrato delle delegazioni delle categorie nel palazzo della giunta, assicurando il proprio appoggio per far modificare il decreto, ma soprattutto per assicurare un sostegno economico, come ha confermato Alan Saitta, del comitato “Io Vivo per lo Sport”, al termine dell’incontro. “Siamo soddisfatti di aver incontrato il governatore Fedriga, ma la strada è ancora lunga. Abbiamo trattato tutte le principali questioni, proposte da centinaia di palestre e strutture in tutta la regione, ma si tratta solo di un primo passo: sarà una lotta lunga e intensa, non perché governatore non sia dalla nostra parte, lui ci appoggia in pieno, ma perché si tratta di temi lunghi da sviluppare”. “Stiamo cercando creare i presupposti per la ripartenza, ma il problema è che ad oggi ancora non sappiamo quando sarà la ripartenza. Siamo riusciti a evidenziare cose importanti come la richiesta di sospensione delle utenze e degli affitti, la richiesta di un bonus attività sportiva per gli adulti e non solo per le minorenni, che per noi è una grande conquista. Vogliamo poi ottenere un riconoscimento per la figura lavorativa del nostro settore”.
“Siamo stati considerati ‘sacrificabili’ e superflui dal Presidente Conte, ma questo non è vero: abbiamo un ruolo importante nel settore giovanile, per gli adulti, per un corretto sviluppo fisico e della salute, e per degli anziani per il recupero della mobilità e della salute psicofisica”.
“Non siamo untori, siamo lavoratori”, era lo slogan scritto sullo striscione dispiegato in piazza Unità dai dipendenti e titolari di palestre e scuole da ballo, che non accettano la definizione di “attività non essenziali”, né quella di luoghi in cui aumenta il rischio di contagio.
In generale nell’intervento dei titolari delle palestre e delle scuole di ballo è emersa tutta la frustrazione per una chiusura ritenuta iniqua, perché solo una settimana fa era stato chiesto da parte del governo di adeguarsi alle normative per proseguire l’attività, e anche dannosa per la salute dei cittadini, privati di un’attività che, hanno detto, fa parte integrante della tutela della salute e della prevenzione.
Alessandro Martegani