Le nuove tecnologie hanno svelato nuovi segreti sui dinosauri e sui reperti ritrovati al Villaggio del Pescatore.
I risultati delle nuove ricerche sui reperti preistorici rinvenuti nel borgo di Duino Aurisina, sono stati illustrati in un incontro dove sono stati presentati i risultati di uno studio finanziato del Comune di Trieste, in collaborazione con Zoic, (ditta di eccellenza mondiale nell’ambito della paleontologia, specializzata nell’estrazione e lavorazione dei resti fossili), e un gruppo di ricerca composto dalle Università di Bologna e di Trieste, dall’ISPRA (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), e da Elettra Sincrotrone Trieste.
La chiave che ha aperto una fase del tutto nuova dello studio dei reperti è la scansione tomografica computerizzata, che ha permesso ai paleontologi di studiare anche l’interno delle ossa fossilizzate senza danneggiarle, guardando i fossili del Villaggio del Pescatore come se la roccia che li ha preservati fosse trasparente.
La prima indagine è stata fatta sul becco di “Antonio”, il dinosauro italiano trovato al Villaggio del Pescatore, consentendo ai ricercatori di ricostruire il complesso sistema di vasi sanguigni di un dinosauro estinto da 80 milioni di anni.
La seconda indagine si è concentrata invece su un piccolo coccodrillo, permettendo, grazie allo studio dei denti, di capire il tipo di alimentazione di questa creatura e ottenendo indicazioni sulla fauna presente nel Cretaceo.
Tutto il materiale è stato esaminato da esperti di diversi settori, ottenendo un quadro d’insieme dell’ecosistema del sito e degli animali e piante che preserva.
Alessandro Martegani