Dagli Scritti di Franco Basaglia emerge una visione complessiva dell'essere umano. I testi sono stati ripubblicati dalla casa editrice Il Saggiatore, con le prefazioni di Pier Aldo Rovatti e Mario Colucci.
Quest'ultimo, medico psichiatra, era presente all'iniziativa ospitata dal Teatro Miela in memoria dei 100 anni dalla nascita di Basaglia. Queste le parole di Colucci sui testi del padre della riforma psichiatrica: "La realtà del manicomio è atroce, non è una realtà che lascia scampo e Basaglia non fa sconti a nessuno e dice che si tratta di una macchina infernale che, se fosse stata migliorata attraverso la comunità terapeutica sarebbe stato ancora peggio. Se il manicomio fosse stato reso "terapeutico" sarebbe stato ancora peggio. Il manicomio va abolito, va distrutto, va raso al suolo. Queste furono parole forti".
Composti tra il 1953 e il 1980, anno della morte di Basaglia, i suoi scritti sono il frutto delle esperienze da medico e studioso nelle strutture manicomiali di Gorizia, Parma e Trieste. Questi testi permettono di riscoprire le molte sfumature di un pensiero ancora oggi necessario, capace di far cadere i confini tra politica, scienza e filosofia.
Tutto ciò diede vita alla legge 180 del 1978, che sancì la soppressione degli ospedali psichiatrici e la trasformazione dell’assistenza psichiatrica sul territorio: una vera e propria lotta di liberazione, caratterizzata dalla costante ricerca di un confronto con la sofferenza psichica, ma anche dal riconoscimento del carattere politico ed a volte violento di ogni intervento del potere sul corpo.
Ma non è stata una giornata di mera celebrazione, come ha sottolineato Giovanna Dal Giudice, che fu accanto a Basaglia nella battaglia per la Legge 180: "Certamente non è e non vuole essere una celebrazione, perché le celebrazioni tendono a fissare ed a chiudere, mentre noi con Basaglia vogliamo continuare ad aprire, a partire dalla nostra testa. Siamo qui ai cento anni dalla nascita di Franco Basaglia, antifascista, neurologo, protagonista di una rivoluzione che ha restituito diritti e legittimità di cittadinanza alle persone con sofferenza mentale. Rivoluzione che in questa Regione è iniziata a Gorizia nel 1961, si è sviluppata a Trieste dal 1971, con lo smontaggio del manicomio e la sua definitiva chiusura".
Davide Fifaco