Foto: MMC RTV SLO
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Il ministro dell'Interno italiano, Matteo Piantedosi, ha spiegato che attualmente i controlli ai confini per far fronte alla minaccia terroristica restano indispensabili e che forse saranno estesi a tutto l'inverno. Anche perché si rischia un pericoloso effetto domino tra i Paesi, perché chi non chiude alla frontiera potrebbe ritrovarsi un aumento dei flussi di migranti irregolari. In particolare, Piantedosi ha precisato che con questi provvedimenti si cerca di minimizzare la possibilità di infiltrazioni di jihadisti provenienti dalla rotta balcanica.

Il prossimo 2 novembre, intanto, a Trieste si terrà un incontro a tre tra i funzionari dell'Interno di Italia, Slovenia e Croazia, per approfondire i temi della cooperazione transfrontaliera degli organi di polizia.
Il potenziamento dei controlli è già in atto anche alla frontiera esterna marittima, ovvero per gli arrivi sulle rotte del Mediterraneo, e prevede "l'impiego di unità specializzate nella prevenzione del terrorismo impegnate in controlli a tappeto".

Pare scontata la proroga del provvedimento di controlli ai valichi, in particolare dopo la decisione di Lubiana di adottare il provvedimento, dovuta al crescente attivismo delle reti criminali internazionali dei Balcani e ai timori su possibili commistioni tra criminalità organizzata e terrorismo, oltre alle infiltrazioni nei flussi migratori illegali, fenomeni che rendono indispensabili e urgenti i controlli con Croazia e Ungheria da parte della Slovenia.

Nel frattempo, secondo il Dossier statistico immigrazione curato dal Centro studi e ricerche Idos, in collaborazione con il Centro studi Confronti e l'Istituto di studi politici "S. Pio V" risulta che in Italia gli stranieri residenti sono stabili, intorno ai 5 milioni pari all'8,6% della popolazione, dati che smentiscono la retorica dell'invasione, mentre salgono gli italiani residenti all'estero. Infine, il rapporto, sull'accoglienza, registra una prolungata carenza di programmazione, con elevati numeri di richiedenti asilo concentrati nei Centri di accoglienza straordinaria e nei Centri di permanenza e rimpatrio.

Davide Fifaco