Presentata a Ronchi dei Legionari la settimana Dannunziana, “Ama il tuo sogno seppur ti tormenta”. Un’iniziativa nata in occasione del centenario dell’impresa fiumana che il prossimo 12 settembre si commemorerà nella cittadina dalla quale partirono D’Annunzio e i suoi legionari, dai quali prende parte del suo attuale nome.
“A cento anni dalla marcia era doveroso organizzare questa settimana dedicata a D’Annunzio dandogli un taglio strettamente storico e culturale”, ci spiega il sindaco di Ronchi, Livio Vecchiet, “con il quale intendiamo evitare tutte le polemiche che ci sono state negli ultimi anni e che spero che prima o poi terminino, anche se c’è qualcuno che continua a fare delle battaglie personali contro D’Annunzio. Noi non siamo né per né contro D’Annunzio, che è stato un grande personaggio, che ha avuto una rilevanza nella nostra società agli inizi del Novecento, cosa della quale bisogna tenere conto. Inoltre, io penso che la storia debba essere contestualizzata e che bisogna saperla leggere. D’Annunzio in quel momento non aveva niente da spartire con il fascismo, anzi era rivale di Mussolini, che appoggiò la liberazione di Fiume con i bombardamenti del famoso Natale di sangue”.
La settimana di eventi prenderà il via il 7 settembre con l’inaugurazione della mostra “Ronchi- Fiume 1919-2019” curata dallo storico Luca Manenti, ricercatore dell’Università di Trieste e dell’Istituto regionale della Resistenza e dell’Età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia.
“L’impresa fiumana si presta a letture ideologiche e contrastanti e perciò alimenta così tante polemiche”, ci dice Manenti, “in questa mostra ho tentato, quindi, di staccarmi dai polveroni mediatici e di concentrarmi sul dato fondamentale, ossia lo strumento che utilizza lo storico per fare il suo lavoro, la fonte. Pertanto, noi esporremo una serie di fonti scritte ed iconografiche accompagnate da didascalie che sveleranno la patina retorica che contengono. Lungi da noi la volontà o di denigrare o di osannare D’Annunzio e l’impresa fiumana, nostra invece la forte volontà di comprenderla”.
Oltre alla mostra dal 7 al 14 settembre a Ronchi ci saranno incontri quotidiani con storici ed intellettuali che parleranno di vari aspetti di questa pagina di storia che continua a sollevare ancora tante polemiche.
Poco prima della presentazione dell’iniziativa una delegazione dell’ANPI cittadina e provinciale è stata incontrata da Vecchiet al quale è stato presentato il programma del corteo antifascista che si terrà in città il 12 settembre, in contemporanea alla commemorazione solenne presso il monumento all’impresa fiumana.
“Non credo ci sarà un corteo ma semplicemente una presenza in piazza Unità per manifestare contro la presenza di un gruppo di persone che si recheranno al monumento al confine tra Ronchi e Monfalcone”, afferma il sindaco di Ronchi, “la polemica d’altronde nasce proprio da questo, ma anche dal taglio che si vuole dare alla figura di D’Annunzio come un fascista, anche se in realtà è riconosciuto da tutti gli storici che non era fascista”.
Di corteo parla, invece Patrick Zulian, uno dei responsabili dell’ANPI provinciale che ribadendo l’appuntamento del 12 annuncia anche il sostegno alla manifestazione da parte dell’ANPI nazionale.
“Noi diciamo che Ronchi non ha nulla a che fare con la marcia su Fiume se non per il fatto che sia partita casualmente da qui”, spiega Zulian, “con il corteo intendiamo rimarcare che il settembre di Ronchi è antifascista e perciò ci chiediamo il perché si voglia celebrare un avvenimento accaduto cento anni fa, con il quale si cercò di proporre con violenza nazionalista l’attacco ad una citta straniera a pochi mesi dalla carneficina che era stata la prima guerra mondiale. I nostri valori sono, invece, quelli di fratellanza ed unità tra gli italiani e tutti i popoli slavi".
A Ronchi il 12 settembre quindi qualcuno parlerà anche di antifascismo ma l’impresa fiumana può essere tacciata di protofascismo oppure no?
“Va detto che gli storici sono molto divisi su questo”, ci spiega Manenti che si occupa nei suoi studi di questo complicato periodo storico, “bisogna però anche dire che nell’impresa fiumana conversero aspettative completamente diverse l’una dall’altra. Fu un vero e proprio crogiuolo, nel quale possiamo trovare sindacalisti rivoluzionari, nazionalisti, uomini di sinistra, uomini di destra, anarchici. Un vero e proprio coacervo. Ognuno di questi portò in dote con sé una propria visione del mondo e lo stesso D’Annunzio in realtà difficilmente può essere considerato un uomo di partito, perché non lo era e soprattutto perché era troppo raffinato per esserlo. Vero è che Mussolini riuscì ad assorbire parte delle tecniche propagandistiche che nacquero a Fiume, come il discorso con la folla e la teatralità delle riunioni serali, ma il rapporto tra il duce e il vate fu molto conflittuale perché Mussolini temeva il carisma di D’Annunzio, il quale, ricordiamo, prospettò anche una marcia su Roma che Mussolini impedì perché non poteva tollerare che a farla fosse qualcun altro che non fosse lui, tanto che ad un certo punto D’Annunzio fu relegato al Vittoriale. In ogni caso ci sono sicuramente dei passaggi che legano il dannunzianesimo ed il fiumanesimo al fascimo, ma ci sono anche delle profonde differenze”.
Barbara Costamagna