Scontri, lanci di bottiglie, cariche della polizia e arresti: è finita nel peggiore dei mondi la nuova manifestazione conto il Green pass organizzato a Trieste.
È stata una giornata dai due volti: se infatti la manifestazione concordata con la Questura si è svolta senza problemi, fatta eccezione per i soliti insulti al governo e alle amministrazioni locali, le intimidazioni ai giornalisti, e qualche coro contro la polizia, la tensione è salita fino ad arrivare allo scontro dopo la chiusura della manifestazione, quando gruppi di dimostranti hanno cercato di raggiungere piazza Unità nonostante il divieto imposto dal comune.
Il corteo era stato molto partecipato, ottomila persone secondo la Questura. Il percorso era stato rispettato, anche se ridotto di qualche centinaio di metri al termine, un po’ meno le regole di sicurezza: non tutti indossavano le mascherine come previsto dalla prefettura, le distanze sono rapidamente saltate, e gli organizzatori avevano fatto capire chiaramente di non aver organizzato il servizio d’ordine richiesto dalla Questura, perché, è stato detto “non siamo poliziotti né politici”.
Il corteo aveva attraversato al città, senza toccare piazza Unità, zona off limits dopo le ordinanze del sindaco Dipiazza, nonostante qualche attimo di tensione quando la manifestazione è arriva a contato con i blocchi predisposti sulle rive per impedire il passaggio verso la piazza.
I problemi sono arrivati però in serata, e sono stati innescati anche da una frase urlata dagli altoparlanti del furgone che guidava la manifestazione: “Non vi diciamo di andare in piazza Unità, ma andarci è un vostro diritto, è un vostro diritto manifestare nella piazza”.
Tanto è bastato: una volta sciolta la manifestazione in piazza Oberdan, qualche centinaio di persone, fra questi anche gruppi dei centri sociali veneti, ultras della Triestina, ma anche gruppi di semplici cittadini, alcuni nuovi a questo tipo di manifestazioni, hanno raggiunto piazza della Borsa cominciando a premere sulle transenne presidiate dalla polizia, che aveva isolato completamente piazza Unità, diventata per i manifestanti una sorta di castello da conquistare.
La tensione è salita man mano, con la polizia che ha anche fatto arrivare un mezzo con gli idranti. Lo stallo, fra grida, insulti, qualche lancio di bottiglie, e anche un’aggressione a un giornalista, è durato un paio d’ore, poi, quando i manifestanti erano diminuiti di numero, un reparto dei carabinieri si è messo a protezione dei negozi, e la polizia ha cominciato a spingere i manifestanti lontano dalla piazza, caricando alle reazioni dei gruppi che cercavano di resistere.
Arrivati in piazza della Borsa, nonostante il tentati dei dimostranti di sedersi a terra per fermare la polizia, sono iniziati anche gli arresti: la polizia ha fermato una decina di persone per resistenza, poi ha finito di disperdere i manifestanti. Alle 9:00 non rimaneva che una decina di irriducibili a presidiare il margine di piazza della Borsa, e i poliziotti in assetto antisommossa hanno cominciato a lasciare l’area mentre piazza Unità rimaneva presidiata. Alla fine sono state 18 le persone denunciate, fra queste anche la promotrice dell manifestazione, sono stati consegnati sei fogli di via obbligatori ad altrettanti non residenti a Trieste, e indagini sono in corso per identificare altri partecipanti ai disordini grazie alle immagini girate nel corso degli scontri.
Un’altra brutta pagina per Trieste: nonostante le intenzioni di Comune e Giunta regionale di tutelare l'immagine della città, il capoluogo giuliano è finito nuovamente sulle cronache nazionali non solo come il centro della protesta contro il Green Pass, oltre che dei contagi, ma anche per gli scontri e gli arresti.
Alessandro Martegani