I numeri e le modalità della vita notturna a Trieste stanno cambiando, e il comune si adatta, inasprendo le sanzioni per i locali che non rispettano i limiti sui livelli della musica e soprattutto gli orari.
É questo il senso dei due regolamenti, uno sugli orari della musica nei locali e uno sul livello delle emissioni, approvati a maggioranza dal Consiglio comunale di Trieste, con l'astensione delle opposizioni.
Gli orari rimangono sostanzialmente invariati, sarà possibile suonare o mettere musica fino alle 24:00 il venerdì e il sabato (orari validi per tutto l'anno), mentre la domenica gli altoparlanti andranno abbassati alle 22:30.
La vera novità sta però nelle sanzioni, perché accanto alle multe (che molto spesso, soprattutto d'estate, ai proprietari dei locali conviene pagare continuando ugualmente con la musica più a lungo per guadagnare di più), sono state previste anche, come ha detto l'assessora Serena Tonel nel corso dell'illustrazione del provvedimento, “sanzioni più gravi per chi sbaglia, come la chiusura immediata del locale per alcuni giorni”, fino alla revoca della licenza per sei mesi nei casi più gravi e ripetuti.
Le modifiche non riguardano gli esercizi con licenza di attività di spettacolo, che hanno una disciplina dedicata e fra l'altro più restrittiva, ma si riducono da 14 a sei le giornate in deroga.
Contemporaneamente il Consiglio ha approvato anche il piano di emissione acustica, che regolamenta il livello dalle emissioni dei locali, a prescindere dagli orari.
Si tratta, hanno detto gli assessori competenti, di un regolamento necessario per tutelare il diritto alla tranquillità e al riposo dei cittadini.
L'opposizione, pur concordando sulla necessità di regolamentazione, ha invece sottolineato come un fenomeno crescente come quello dell'aumento dei turisti, degli studenti e della movidin città, non si possa gestire solo inasprendo le sanzioni e riducendo gli orari. La situazione non si risolverà con questa delibera, hanno detto Francesco Russo del Pd e Riccardo Laterza di Adesso Trieste, invitando a ripensare all'intera gestione della vita notturna e dell'intrattenimento, ascoltando anche le esigenze dei giovani e di chi frequenta e i locali, perché, ha aggiunto Russo, “attualmente questa non è una città per giovani: si sono lasciate andare le cose ed è anche per questo che siamo crollati nella recente classifica della vivibilità delle città del Sole 24 ore”.
Prima del dibattito sul regolamento movida, il clima nell'Assemblea si era riacceso sul tema della Palestina, con la riproposizione da parte del consigliere di Insieme Liberi, Ugo Rossi, di un testo di commemorazione delle vittime in Palestina, nuovamente rigettato dalla Presidenza, che ha sottolineato come il testo contenesse delle critiche alla politica di Israele, ma non un sentimento di vicinanza alle vittime israeliane.
Rossi ha chiesto di votare, ma l'aula respinto la richiesta, ed è stata anche bocciata una mozione che chiedeva di far entrare il pubblico, lasciato dalla Presidenza fuori dall'aula alla luce delle proteste avvenute nella seduta scorsa e della manifestazione pro Palestina che si stava svolgendo all'esterno del palazzo, decisione duramente contestata da Rossi.
C'è stato spazio anche per le vicende del prato dello stadio Rocco: Francesco Russo, ha interrogato la Giunta, chiedendo certezze sulla sede delle prossime partite e sulle decisioni riguardo il finale di stagione, quando il campo, già concesso per due concerti, potrebbe essere necessario per disputare i playoff. L'assessore Giorgio Rossi ha assicurato che sono in corso interlocuzioni con la società e che sarà trovata una soluzione in tempo, ma la risposta, come ha sottolineato Russo, non ha fugato i dubbi dei tifosi che attendono di sapere dove la Triestina giocherà le prossime partite (in realtà il campo ha già avuto l'abilitazione della Federazione) e soprattutto dove si giocherà in caso di playoff.
Alessandro Martegani