Foto: Martegani
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I ragazzi e le ragazze del Liceo Petrarca di Trieste hanno detto “basta”: dopo il crollo del soffitto di un’aula della succursale di via Tigor, che ha ferito leggermente una studentessa, sono tornanti a manifestare per chiedere di poter studiare e crescere in aule ed edifici dignitosi e sicuri.

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Non si tratta di un caso isolato: altri crolli hanno coinvolto altri edifici scolastici in passato, e tre anni fa episodi analoghi avevano portato alla chiusura per ristrutturazione della sede in Largo Sonnino, da dove è partita la manifestazione che ha visto la partecipazione, oltre che di studenti e personale del Petrarca, anche di molti ragazzi e ragazze di altri istituti della città in segno di solidarietà, anche perché quello delle condizioni inaccettabili delle scuole italiane è un problema diffuso e purtroppo anche antico: solo nell’ultimo anno sulla penisola si sono verificati 70 casi di crolli all’interno degli edifici e nessuno sembra voler investire realmente sulla sicurezza e l’incolumità, oltre che sull’istruzione e la dignità dei giovani.

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“Nel corso degli anni – dice Riccardo Draisci rappresentante d’Istituto del Liceo scientifico Galilei - ci sono stati sempre più tagli all'istruzione scolastica, e soprattutto quest'anno, magari per finanziare dei falliti centri per migranti, che ora sono canili in Albania. La situazione è preoccupante: venerdì è caduto un soffitto nella succursale del Petrarca, ieri in una scuola elementare. Andremo avanti così, fino a quando qualcuno magari non ci rimarrà a secco, e quindi magari ci preoccuperemo, magari si sveglieranno, non lo so”.

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E la sveglia è suonata in città: erano più di mille i giovani che hanno attraversato Trieste da Largo Sonnino, dove sorge la sede del Petrarca chiusa tre anni e ancora in ristrutturazione, lungo le vie del centro, cantando e raccogliendo anche molte manifestazioni di solidarietà dai passanti e dai triestini che li applaudivano dalle finestre, passando di fronte al Consiglio Regionale, per finire in Piazza Vittorio Veneto, di fronte alla sede dell’Ente Decentramento Regionale, la ex provincia, responsabile della maggior parte degli edifici scolastici, al quale gli studenti chiedono garanzie di sicurezza per il futuro. “Eravamo qui tre anni fa – ha detto una studentessa parlando al pubblico – e nulla è cambiato: noi non ci stiamo più, studiare non può diventare un rischio per la nostra sicurezza”.

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Nel corso della manifestazione c’è stato anche il tentativo d’infiltrazione di un piccolo gruppo di estrema sinistra con una bandiera della Palestina, ma gli organizzatori della manifestazione si sono immediatamente dissociati da qualsiasi connotazione politica, e hanno più volte richiamato tutto il corteo a uno svolgimento ordinato, come poi è stato.

Alessandro Martegani