La Rete nazionale “RiVolti ai Balcani”, composta da oltre 36 organizzazioni, ha voluto portare, attraverso la testimonianza di studiosi, giornalisti, politici e rappresentanti di associazioni impegnate nel soccorso ai migranti di Italia, Slovenia, Croazia, Serbia , Bosnia Erzegovina, Macedonia del Nord ed altri Paesi europei, a confrontarsi sui flussi migratori e sulle violenze ed i soprusi verso i richiedenti asilo, che in alcuni casi sono stati perpetrati da parte della forze dell'ordine, soprattutto croate e serbe. Inoltre, attraverso i vari interventi, si sono analizzate anche le valenze giuridiche dei respingimenti, che in alcuni casi non sono effettivamente sembrati formalmente corretti, anzi sono state rilevate delle vere e proprie violazioni degli ordinamenti giuridici degli Stati coinvolti ed anche del diritto dell'Unione europea.
Il convegno è stato patrocinato dall'Università degli Studi di Trieste e proprio il capoluogo giuliano è stato scelto come sede ospitante perché la città è situata al termine geografico della rotta.
Tra gli obiettivi del convegno quello di individuare dei percorsi politici e sociali condivisi, in modo da porre fine alle illegittime riammissioni a catena in tutta l’area balcanica e di individuare, anche in reazione alle competenze del Parlamento europeo, gli interventi necessari per evitare lo stravolgimento delle normative Ue sul diritto d’asilo.
In rappresentanza dell'Ics, Matej Iskra ha ricordato che in tutti questi mesi le persone hanno continuato ad arrivare in Italia attraverso la rotta balcanica e che ora gli operatori, ma non solo, si aspettano delle risposte e delle prese di posizione, anche da parte della politica a livello europeo.
I successivi interventi, moderati dalla giornalista di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa, Nicole Corritore, hanno raccontato quanto avviene lungo le frontiere dei paesi che si susseguono sul percorso delle persone che, attualmente, arrivano in Italia principalmente dal Pakistan e dal Bangladesh e poi vengono riassegnate, ad esempio, a Slovenia e Croazia.
Tra i dati forniti il fatto che negli ultimi mesi sono stati 852 i migranti riammessi in Slovenia dall'Italia. Concordi, le varie testimonianze, nel sottolineare che negli ultimi tempi si è assistito ad una progressiva militarizzazione dei confini, sia tra Italia e Slovenia, sia tra Slovenia e Croazia.
Davide Fifaco