La pandemia ha fortemente rallentato, se non bloccato le attività delle organizzazioni della comunità slovena in Italia, la chiusura dei confini ha complicato le cose, ma il 2020 è stato comunque un anno significativo e carico di risultati positivi per la minoranza linguistica. Ksenija Dobrila e Walter Bandelj, presidenti dell’SKGZ e dell’SSO, le due organizzazioni più rappresentative della comunità slovena in Italia, hanno tracciato nel corso di un incontro a Gorizia, un bilancio dell’anno che sta per chiudersi, sottolineando le difficoltà, ma soprattutto i risultati raggiunti: su tutti la cerimonia dei due Presidenti, con l’omaggio alla Foiba e al monumento ai fucilati sloveni, e l’attesa restituzione del Narodni Dom, due passi che fanno del 2020 un anno da ricordare, non solo per la pandemia.
L’isolamento forzato ha creato delle difficoltà, ma ha anche favorito l’acquisizione di nuove competenze, e rafforzato il ruolo dei mezzi d’informazione della minoranza, tutti elementi che fanno guardare con fiducia alla ripresa e ai progetti futuri.
“La pandemia ha cambiato il mondo, - dice Walter Bandelj - e ha pesato anche sul territorio del Friuli Venezia Giulia e delle tre province in cui vivono gli sloveni in Italia, ma dall’altra parte quest’anno abbiamo anche fatto dei passi fondamentali e importanti: su tutti ovviamente la restituzione del Narodni Dom, un passo previsto dalla legge 38, approvata da quasi 20 anni, e atteso da più di 70 anni, dalla fine della seconda guerra mondiale. C’è stata anche la visita dei due Presidenti ai luoghi della memoria. Quindi se da una parte c’è stata la pandemia che ha inciso negativamente nella nostra quotidianità, dall’altra abbiamo assistito ad atti simbolici, come l’omaggio ai due monumenti dei Presidenti, accanto a sette ministri non dimentichiamolo, che hanno rappresentato un cambiamento epocale, riportato anche dai media europei”. “Quella dell’omaggio, mano nella mano, ai due monumenti è stata un’immagine che ci rimarrà impressa tutta la vita, simbolo di un cambimanto epocale, che non può esser fermato, e che ci spinge a guardare avanti, e a far capire ai giovani il valore della storia. Quella stretta di mano dei due Presidenti è stata sicuramente l’evento più importante del 2020 per la nostra comunità”.
“Abbiamo passato un anno estremamente complesso, - spiega Ksenija Dobrila - che ci segnerà sia come comunità, sia sul piano sociale, e rimarrà impresso nella memoria storica dell’umanità. La nostra comunità, essendo un elemento fragile in questo contesto, ha vissuto in modo particolarmente complesso questa nuova situazione, nuova per tutti, ma particolarmente difficile per noi perché la comunità si rinnova e vive di contatti e dell’uso della lingua, e in questo caso la lingua è venuta meno, soprattutto nelle scuole, da febbraio, e nelle nostre associazioni culturali, nel teatro. L’unico collegamento con la lingua viva sono stati i media, il nostro quotidiano, la radio e la televisione, che hanno rafforzato il ruolo di garanti del contesto culturale e linguistico. Abbiamo imparato anche nuove competenze, modalità per rimanere in contatto, ma abbiamo perso tanto sul piano sociale, per quanto riguarda lo sport, la scuola, la cultura e sarà particolarmente arduo ricominciare”.
Riguardo al 2021 Bandelj sottolinea il progetto del “trilinguismo nelle scuole della Val Canale, un’iniziativa importantissima, avviata da due anni e che coinvolge l’istituto Bachmann, e che deve diventare un progetto del ministero dell’istruzione della Repubblica italiana e che dobbiamo assolutamente portare avanti. C’è poi la restituzione del Narodni Dom: sappiamo che questa procedura è a metà strada, abbiamo superato i primi due punti del protocollo firmato a suo tempo, ora manca la valutazione degli immobili per definire la situazione e dare attuazione alla legge 38, e attendere i tempi tecnici per il trasferimento della Sezione di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori, che attualmente è presente nell’edificio. Ci sono poi altri punti, ma voglio ricordare soprattutto la creazione di una pagina web che proporrà un unico logo per tutte le organizzazioni della comunità slovena in Italia. La pagina riunirà tutte le nostre realtà: ci sarà un lavoro forte e continuo su questo aspetto, sull’esempio del modello tirolese che funziona molto bene a cui dobbiamo ispirarci”.
Guardando al prossimo anno, e alle speranze di ripresa, Dobrila ricorda che “noi tutti confidiamo nella scienza, crediamo nella rivincita della ragione, in un nuovo Illuminismo, che illumini le relazioni umane, e nella scienza che ci renderà un po’ più liberi da questa fardello sanitario come già accaduto tante volte in passato. Sono fiduciosa, confido in una nuova ripartenza, in una nuova rinascita in tutti i campi, soprattutto per quanto riguarda il lavoro con i giovani, nell’ambito culturale, nell’ambito dello sport. Noi ci crediamo: abbiamo tanti programmi, tante mete e speriamo di poterli realizzare”.
Alessandro Martegani