Il viaggio a Ginevra, ennesima tappa della protesta No green pass di Stefano Puzzer, era stato ampiamente pubblicizzato sulla pagina Facebook del gruppo "La gente come noi", il movimento nato in seguito alle proteste dei portuali di Trieste ai quali si è aggiunta una parte della cittadinanza.
Puzzer si era recato in Svizzera, presso la sede dell'Onu, per denunciare quanto accaduto durante lo sgombero del Molo 4, la regolamentazione italiana sulla certificazione verde ed anche per il daspo che ha ricevuto durante il suo sit in a Roma.
Prima di arrivare nei pressi del palazzo dell'Onu il portuale aveva dichiarato: "Oggi scopriremo se è dalla nostra parte e dalla parte dei diritti umani". A poche ore di distanza, in un video, Puzzer ha poi raccontato quanto avvenuto: "Ho capito una cosa importante per me e la mia famiglia. Eravamo davanti all’Onu, siamo andati davanti all’ufficio a cui abbiamo fatto l’accredito. Ci hanno detto che il forum a cui dovevamo partecipare era stato spostato su remoto. Noi ci siamo messi subito in moto con gli avvocati. Vi diremo cosa abbiamo chiesto".
Il portuale ha poi attaccato l'Onu affermando: "Abbiamo girato 5 palazzi ma non è stato possibile protocollare le carte. Uno dei funzionari ci ha fatto capire quello che non avrei mai creduto: questa organizzazione è una scatola vuota. Non si preoccupa di questi problemi".
Puzzer ha poi concluso spiegando: "Sicuramente io, i portuali della resistenza e la mia famiglia non molleremo. Adesso bisogna dare un segnale forte, sempre pacificamente e rispettando la legge".
Insieme a leader dei No green pass era presente anche Vito Potenza, uno dei rappresentanti dei movimenti indipendentisti triestini, che potremmo definire un "habitué" di audizioni delle commissioni Onu visto che in passato ha presentato più istanze per i diritti delle minoranze, senza però ottenere alcun risultato per l'ideologia del Territorio Libero di Trieste.
Davide Fifaco