Una giornata dedicata ai diritti dei più deboli e alla memoria di Giulio Regeni. Sei anni fa, il 25 gennaio del 2016,, scompariva Giulio Regeni, ritrovato pochi giorni dopo a lato di una strada alla periferia del Cairo.
Da quel giorno la famiglia, e molte organizzazioni in Italia, non hanno mai smesso di cercare la verità e chiedere di fare luce sulla morte del giovane ricercatore di Fiumicello, ricordato anche nel corso di una breve cerimonia al Circolo della stampa di Trieste, in occasione dei 20 anni di Articolo 21, organizzazione che si occupa di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero.
Data per assodata la responsabilità dei servizi egiziani nella morte e nelle torture al giovane ricercatore, e anche le difficoltà nel trovare collaborazione da parte del governo del Cairo, le autorità italiane stanno cercando di ottenere gli indirizzi di residenza degli agenti dei servizi segreti accusati dell'omicidio, nei confronti dei quali, anche secondo una risoluzione nel Parlamento europeo, le prove a disposizione dei magistrati italiani sarebbero «inequivocabili».
Proprio alla viglia della ricorrenza, i genitori di Giulio, Paola e Claudio Regeni, hanno incontrato in videoconferenza la ministra della giustizia Marta Cartabia e lo stesso premer Mario Draghi, che aveva posto la vicenda Regeni fra i punti della sua agenda e aveva fatto costituire Palazzo Chigi parte civile nel processo contro gli agenti egiziani.
Si tratta, ha sottolineato anche uno dei fondatori di Articolo 21 e presidente della Federazione nazionale della Stampa Beppe Giulietti di un passo in avanti nella vicenda. “Il giudizio è bene che lo diano i familiari – dice Giulietti -, ci sono dei momenti in cui il silenzio è carico di significati, ma il fatto che subito dopo la decisione dei magistrati di tornare a chiedere tutte le carte, il Presidente del Consiglio dei Ministri e la ministra della giustizia sentano il bisogno di convocare la famiglia Regeni e i legali, indubbiamente rafforza chi reclama verità e giustizia per Giulio Regeni. Ora spetta a noi amplificare i nomi dei potenziali assassini, e lavorare anche sulle reti internazionali, fino a quando non saranno consegnati ai giudici italiani”.
A margine dell’evento Giulietti ha avuto un incontro con i giornalisti triestini minacciati o aggrediti durante le manifestazioni no Vax dei mesi scorsi: “Il Ministero degli Interni – ha spiegato – ci ha mandato un rapporto in cui dice che sono in aumento le aggressioni di squadristi e negazionisti, che non sono la stessa cosa, ma che spesso coincidono, nei confronti delle croniste e cronisti. Si tratta anche di molti precari, molti fotografi, che fanno semplicemente il loro mestiere, esercitano il diritto di cronaca. Qui a Trieste ci sono state delle denunce, e noi l'Associazione della stampa e l'Ordine, saremo parte civile in qualunque processo, dovunque ci saranno croniste e cronisti, precari o non precari, con la tessera o senza tessera, che saranno andranno in tribunale contro i loro aggressori. Noi saremo parte civile con loro, perché sono stati aggrediti per impedire l'esercizio dell'articolo 21 della Costituzione”.
Nel corso dell’incontro di Trieste Articolo 21 ha anche consegnato una targa e la tessera onoraria alla Fondazione Luchetta Ota D'Angelo Hrovatin, alla vigilia del 28° anniversario della strage di Mostar.
Targa e tessera di Articolo 21 sono stati consegnati anche a Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi, fondatori di Linea d’Ombra, organizzazione che offre assistenza ai migranti che arrivano dalla Rotta Balcanica, al centro di un’indagine lo scorso anno conclusa con l’archiviazione e la caduta delle accuse.
Nel pomeriggio un analogo riconoscimento è stato consegnato a Fiumicello alla famiglia Regeni e all'avvocata Ballerini che segue il caso, e al Consiglio comunale dei Giovani, di cui Giulio è stato sindaco, per “non essersi rassegnati al male, per non aver mai smesso di credere nella giustizia e per aver affermato il primato della persona ma anche il diritto alla dignità e all'intangibilità dei corpi”.
Alessandro Martegani