È partito il conto alla rovescia per le elezioni parlamentari di quest’anno. La campagna ha suscitato interesse per un motivo o per un altro, tra questi anche la discreta applicazione del bilinguismo. Se alcuni partiti o movimenti hanno optato per le solite traduzioni a caratteri minuscoli rispetto alle diciture in sloveno, altri li hanno commissionati apposta in italiano e terzi li hanno proprio evitati, ma in generale si può osare dire che sono stati fatti dei progressi. In un caso la scritta e lo slogan italiani antecedono addirittura quelli nella lingua della maggioranza. Negli spazi appositi per affiggere i manifesti le diciture in italiano sono presenti su tutti i poster, il discorso cambia leggermente per i manifesti grandi.
Per promuovere i suoi candidati locali, il partito Nuova Slovenia ha pensato a uno slogan apposito, mentre per il manifesto del suo capofila si sono limitati alla traduzione.
La Lista di Alenka Bratušek, invece, ha optato per i manifesti bilingui nei comuni di Isola e Pirano e monolingui in sloveno per quelli grandi all'interno del perimetro del Comune di Capodistria. Per far luce sulle scelte peculiari dei partecipanti alla corsa al seggio, ci siamo rivolti sia all'Ufficio per il bilinguismo, dove abbiamo chiesto se si fossero accorti delle discrepanze, sia all'Ispettorato intercomunale per capire se forse si tratta di differenze che riguardano i singoli comuni e i rispettivi decreti che riguardano le affissioni pubbliche. Al momento rimaniamo in attesa di una risposta dagli enti interpellati.