Il settore turistico alberghiero dell'Istria ha sempre più bisogno di manodopera d'importazione vista la carenza di quella locale. Quest'anno e' stato rilasciato il 48 percento di permessi in più rispetto al 2022. Al momento sono 17.500 le richieste di licenze di lavoro. Fino a 6-7 anni anni fa alla carenza di personale nel settore del turismo e della ristorazione si rimediava attingendo dal mercato del lavoro dei Balcani come ad esempio Bosnia ed Erzegovina, Serbia e Macedonia. Ora questo filone si è esaurito in quanto i lavoratori di quei paesi bypassano la Croazia e vanno in cerca di un'occupazione nell'Europa occidentale dove le retribuzioni sono molto migliori. Sul tema la televisione pubblica ha dedicato un ampio servizio precisando che adesso si deve accogliere ciò che passa il convento. Ossia la manodopera proveniente dai paesi asiatici il più delle volte senza conoscenza delle lingue e senza la necessaria qualifica. Meglio così -dicono gli operatori del settore- che tenere chiusi gli impianti ricettivi. I più numerosi sono i Filippini, Indonesiani e Nepalesi che prima di ottenere la licenza di lavoro devono percorrere un lungo e complesso iter burocratico. La Questura istriana fa sapere che dall'inizio dell'anno è stato rilasciato il 48 percento di licenze in più rispetto al 2022 mentre l'aumento rispetto al 2021 è di addirittura del 220 percento. Il 60 percento delle licenze riguarda il turismo, il 20 percento l'edilizia mentre gli altri settori sono meno rappresentati.
Valmer Cusma