Prosegue l'agonia della società Uljanik Brodogradnja 1856 fondata con l'intento di rilanciare il cantiere Scoglio Olivi di Pola dopo la liquidazione 5 anni fa del Gruppo Uljanik. Il suo conto è bloccato ormai da quasi due mesi e non è più in grado di versare gli stipendi ai circa 400 dipendenti. E il registro delle commesse è desolatamente vuoto. Pertanto l'entrata in campo di un partner strategico sarebbe la salvezza però manca l'interesse. Infatti nessuno ha pagato la cauzione entro i termini previsti per poter accedere alla terza asta dopo il flop delle prime due. Il prezzo di base dell'asta era di 9,6 milioni di euro. Si sperava molto nel coinvolgimento del gruppo ceco CE Industries che però ha fatto sapere di essersi ritirato dai giochi. E dire che quasi un anno fa la sua offerta diretta per il pacchetto di maggioranza della società nell'importo di 20,57 milioni di euro era stata respinta perché si sperava di guadagnare di più. Cosa succederà ora: il curatore fallimentare Loris Rak ha affermato che non tutto è perduto in quanto ci sarebbero due soggetti economici interessati allo Scoglio Olivi. Non ha voluto fare nomi, annunciando che i prossimi passi si decideranno a fine mese in sede di Assemblea dei creditori del vecchio cantiere. Di Scoglio Olivi si occuperà prossimamente il governo, come annunciato dal vicepremier e ministro del mare, trasporti e infrastrutture Oleg Butković. Quest'ultimo peroò ha fatto sapere che da Zagabria non arriveranno altri sostegni finanziari per cui all'orizzonte dello Scoglio Olivi fondato nel lontano 1856 si intravedono inquietanti nubi oscure.
Valmer Cusma