Accolto il 30 marzo 1994 ci vollero ben 7 anni per ufficializzare il documento dopo che la Corte costituzionale ne abolì 36 articoli. Tutti invisi all'allora regime del presidente Franjo Tuđman e al suo HDZ che vedevano l'Istria e le sue specificità come una spina nel fianco della Croazia. "Le loro ambizioni, in un paese ancora in guerra, di creare uno stato etnicamente omogeneo si fermarono però al di là del Monte Maggiore", è stato ricordato oggi a Parenzo dove sono state ripercorse le tappe della lunga via crucis che tornò - il 19 novembre 2001- a reintrodurre nel documento 18 articoli; articoli principalmente legati alla Comunità nazionale italiana, all'applicazione del bilinguismo e alla pariteticità della lingua italiana. Lingua che oggi - a distanza di anni- si è sentita pure nella cerimonia ufficiale, dove la vicepresidente della Regione, Jessica Acquavita in un intervento tutto in italiano, ha ringraziato i "visionari" di 30 anni fa che "hanno insegnato agli istriani ad essere uniti, solidali, caparbi e forti nella volontà di legittimare un percorso storico e culturale che ci ha portato ad essere quello che siamo".

Dell'Istria, e dei suoi valori basati sulla multiculturalità e plurilinguismo, che riconosce e tutela la libertà dei cittadini e la dignità dell'individuo, hanno parlato pure la presidente dell'Assemblea Regionale, Sandra Čakić Kuhar e il governatore Boris Miletić. Quest'ultimo ha inoltre ricordato che dalle sfide della guerra e insicurezza di trenta anni fa si è arrivati oggi a quelle della tutela dell'ambiente, della transizione verde, dell'autonomia energetica della penisola e della questione demografica. "Non tutto è riferito ai numeri e se sappiamo dove vogliamo andare non c’è spazio alla crisi demografica, soprattutto in una regione deve si vive bene come in quella istriana", ha detto il presidente croato Zoran Milanović che nel suo intervento ha elogiato l'Istria, contrapposta e battagliera nel 1994 anche verso la Corte costituzionale; un'istituzione quest'ultima che - sintetizzando le sue parole- in questi trent'anni, non è riuscita a maturare democraticamente.

Da rilevare ancora che nel corso della cerimonia è stata consegnata la cittadinanza onoraria della Regione istriana a Phil Hogan, ex Commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale che s'impegnò nella diatriba sloveno-croata sul vino terrano, conclusasi con un riconoscimento congiunto. Tra gli altri benemeriti regionali, oltre che ai recentemente scomparsi Miroslav Bertoša e Davor Šišović, l'azienda turistica Valamar, il Museo del territorio Parenzo e la Società artistico- culturale "Lino Mariani” di Pola.

(lpa)

Foto: MMC RTV SLO
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