Continuare il percorso di pacificazione e riconciliazione avviato dai presidenti sloveno Pahor e italiano Mattarella a Basovizza, un monito per le generazioni future, anche alla luce degli ultimi avvenimenti bellici, che simili tragedie non si verifichino più in uno spazio comune europeo condiviso. Considerazioni sottolineate durante la breve e sentita cerimonia al cimitero di San Canziano di Capodistria per commemorare il Giorno del Ricordo, per la prima volta assieme Unione italiana e CAN Costiera.
"E' importante che anche la comunità nazionale italiana celebri questo dramma che è accaduto a tutti quanti noi", rileva il presidente UI Maurizio Tremul "l'importante è farlo guardando il futuro e costruendo percorsi di pace, non di divisioni. Questo gesto vuole ricordare le violenze che abbiamo subito con la tragedia delle foibe, con l'esodo forzato della nostra comunità nazionale, ma ovviamente guardando anche ai drammi e alle violenze compiute dal nazifascismo, l'importante è che conosciamo le ragioni degli altri, le verità degli altri e che costruiamo percorsi di pace. Questo è il nostro intendimento, quello che costruiamo da sempre e che vogliamo rafforzare ulteriormente."
Assente giustificato il presidente della CAN Costiera Alberto Scheriani, è intervenuto il segretario Andrea Bartole. Giusto ricordare, ha detto, e non vivere nel silenzio. "Il Giorno del Ricordo nasce proprio per questo, per non dimenticarele conseguenze di un conflitto, le conseguenze di una guerra, e quindi, vista anche la situazione attuale che viviamo in Europa ma non solo, diventa molto attuale il pensiero e il diffondere di un messaggio che riguarda le conseguenze della violenza a livello globale."
Hanno partecipato alla cerimonia i rappresentanti di tutte le istituzioni della comunità nazionale italiana, assente il deputato al seggio specifico Felice Žiža per impegni istituzionali a Roma, e diversi connazionali che hanno voluto esprimere la loro vicinanza e cordoglio. E' intervenuto anche il console generale d'Italia a Capodistria Giovanni Coviello. "Una cerimonia doverosa per ricordare tutte le vittime dei totalitarismi, in particolare le vittime italiane che nel tragico dopoguerra in queste terre hanno vissuto veramente degli episodi molto drammatici che hanno lasciato per anni degli strascichi e che fortunatamente ora si stanno superando. C'è ancora tanto da fare ma da Basovizza in poi si è iniziato un percorso virtuoso e speriamo prosegua così come è iniziato e anzi si rafforzi sempre di più."
Espressa la volontà che cerimonie condivise come questa si possanno anche ripetersi nei prossimi anni. (ld)