Si è tornati, in pratica, alla situazione pre 2023, solo che a richiedere i documenti non c’è più la polizia croata ma soltanto quella slovena. All’ex valico di Dragogna-Castelvenere sono due i poliziotti che sorvegliano la situazione. Al momento del nostro sopralluogo, la ventina di automobilisti in ingresso in Slovenia, era preparata e pronta a esibire i documenti: carta d’identità o passaporto. Non tutti vengono controllati, ma nell’attesa ci si organizza per non perdere tempo. Il traffico in ambo i sensi, come consuetudine nei fine settimana autunnali e soprattutto al sabato, è composto prevalentemente da automobilisti con targa locale PU/Pola, KP/Capodistria; persone che si recano al lavoro o a casa, altre che vanno a fare shopping a Capodistria o Trieste o si recano in visita a parenti e amici. Ogni tanto passa qualche vettura con altra targa slovena e poi ancora qualche macchina italiana e austriaca. Vengono ispezionati sistematicamente i furgoncini. Le stesse regole, ce ne siamo accertati, valgono pure al confine di Sicciole-Plovania dove abbiamo notato un solo poliziotto e dove il transito è meno intenso che dall’altra parte. Per quanto riguarda le reazioni della popolazione locale, sia dell’una che dell’altra parte della frontiera, abbiamo riscontrato un misto di apprensione, rassegnazione ma anche disappunto. C’è chi comprende e giustifica le misure poiché la sicurezza sta al primo posto, c’è chi invece teme che la nuova regolamentazione possa perdurare e che le lunghe attese che si credevano archiviate per sempre ritornino ad essere una realtà quotidiana. Altri invece esprimono disapprovazione e non vedono la necessità di sorvegliare questi passaggi. Provvedimento assurdo e inutile, dicono, perché non è certo da qua che transitano immigrati ed eventuali terroristi. Si confida nelle promesse dei vertici sloveni che hanno assicurato che non ci saranno ripercussioni negative per la popolazione locale e che le nuove misure non graveranno sui residenti. Si spera inoltre che la sospensione di Schengen sia di corta durata e che tra dieci giorni, e non tra un mese o due, si ritorni alla normalità stabilita il primo gennaio scorso.
Controlli simili a quelli riscontrati a Sicciole e Dragogna interessano pure l’altro valico istriano di prima categoria ovvero quello di Sočerga (San Quirico)-Požane e poi anche quelli più a nord di Starod-Pasjak e Jelšane-Rupa assieme a Petrina, Metlika, Obrežje, Dobovac, Gruškovje, Zavrč e Petlišovci; dodici in tutto tra Slovenia e Croazia, aperti al traffico internazionale di merci e persone e transitabili a tutti i cittadini, pure a quelli extraeuropei. I cittadini croati, sloveni ed europei hanno a loro disposizione altri 12 passaggi di seconda categoria, dove i controlli sono saltuari, sporadici e tra questi rientra quello istriano di Podgorje-Jelovice mentre ai valichi di terza categoria quali Brezovica di Gradigne-Santa Lucia e Rakitovec-Slum, destinati al transito locale, non ci dovrebbero essere controlli.
Lionella Pausin Acquavita