Nel segnalare la notizia, riportata dal quotidiano Glas Istre, la stampa slovena ha un duplice approccio. C'è chi da una parte saluta l'iniziativa del giornale croato che nei giorni scorsi si è interessato della vicenda interpellando le competenti autorità di Lubiana e c'è chi invece la vede addirittura come un'intromissione in fatti interni dovuta ad interessi di parte riconducibili all'alleggerimento del transito dei turisti verso la Croazia. Nella risposta che il ministero alle infrastrutture sloveno ha fornito al quotidiano polese si rileva l'intenzione di completare il collegamento autostradale verso il Dragogna; si aggiunge però che non è stato ancora formato il nuovo gruppo di lavoro che sarà incaricato di tracciare il nuovo percorso e si ricorda che le soluzioni precedenti sono state ostacolate dalla popolazione locale, contraria a vedersi passare una superstrada sotto casa. Ora, una buona parte dell'opinione pubblica slovena ritiene urgente il progetto, ma un'altra teme che - per assecondare gli interessi croati - si possa favorire la costruzione del collegamento con la Ipsilon istriana a discapito di quello tra Carinzia e Bela Krajina.
C'è poi chi addirittura rigetta l'iniziativa, arrivando a dire che il collegamento se lo dovrebbe finanziare la Croazia. Ridicolo perché è come se l'Italia avesse chiesto a Lubiana di finanziare la superstrada per Trieste o l'Austria quella per Villaco.
Sia come sia, ha fatto bene il Glas Istre ad interessarsi alla vicenda e a porre domande legittime che interessano un'area che supera quella istriana o sloveno-croata. Non va dimenticato poi che con l'adesione di Zagabria all'area Schengen, nei mesi estivi, le lunghe colonne ai confini si trasferiranno sulle strade ed interesseranno proprio "l'imbuto" stradale del litorale sloveno. Sul chi e come e sul dove tracciare il percorso sarà meglio riparlarne dopo l'estate. La realtà degli ingorghi, dei blocchi, degli incolonnamenti renderà sicuramente più lucide tante menti.
Lionella Pausin Acquavita