Foto: Radio Capodistria/mc
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Nel corso del dibattito pubblico alcuni abitanti sarebbero rimasti basiti dagli intenti proposti dalla bozza del documento, ha rilevato Saša Petejan, portavoce dell’iniziativa civile "Piano regolatore di Capodistria su misura dei cittadini". A detta dell’attivista, ciò sarebbe accaduto perché il committente, ossia il Comune di Capodistria, non avrebbe incluso gli abitanti delle comunità locali nel processo di creazione, visto che è dal 2019 che si parla di Piano regolatore e che si cerca di instaurare un dialogo con la giunta. Al documento strategico viene rimproverato, inoltre, di non avere una visione chiara sullo sviluppo per l’intero perimetro comunale e per ogni singola località. Le aree edificabili nell’entroterra sono ridotte al minimo, mentre in altre zone sarebbero troppo estese. Da questo risulterebbe che il piano regolatore è più incline a soddisfare gli interessi capitalistici, piuttosto che le necessità degli abitanti. L’iniziativa civile, fondata ad aprile, seguirà scrupolosamente gli sviluppi e se verranno mantenute le promesse date di recente sul fatto di non fare nulla senza l’appoggio dei residenti. Questi si sono mostrati perplessi riguardo alla mancanza di sostenibilità, ossia di fonti di energia rinnovabile per il futuro, visto che per il prossimo decennio si punta ancora su elettricità e gas, e nemmeno un accenno a una strategia di mobilità sostenibile. "La carta sopporta tutto, l'essere umano no", ha dichiarato Jelka Markežič, sottolineando che il 90 per cento degli interventi riguardano terreni di proprietà privata, ossia un'area pari a 70 ettari, ritenuta eccessiva. Gli abitanti di Bertocchi, è stato sottolineato, vorrebbero comunque mantenere la propria anima rurale e il proprio stile di vita, oltre a far sì che la distanza tra un vicino e l'altro sia di almeno 500 metri quadrati.