A Momiano - oggi - prima giornata del convegno scientifico internazionale intitolato "I castelli istriani: i loro feudatari, l'architettura, la vita quotidiana ". I lavori si concluderanno domani pomeriggio con una visita ad alcuni manieri del territorio. Esperti croati, sloveni e italiani si sono dati dunque appuntamento nella da poco inaugurata Casa dei castelli istriani momianese; edificio -ricordiamo- fortemente voluto dalla Regione istriana e dalla municipalità di Buie e cofinanziato da fondi europei. Ed è stato proprio l'assessorato regionale alla cultura e alla territorialità a organizzare il convegno assieme ad altri enti museali e culturali della penisola. Così nella mattinata della prima giornata - oltre che a un'ottima introduzione di Josip Višnjić sull'evoluzione delle fortezze medioevali, sulla loro struttura e funzione - si è avuto modo di approfondire la conoscenza su costruttori e muratori, sugli scenari architettonici rappresentati negli affreschi istriani ma anche di capire come i feudatari vivevano in questi castelli. A parlare della cultura abitativa attraverso gli inventari descritti nelle pratiche ereditarie custodite dall'Archivio nazionale sloveno è stata proprio l'archivista lubianese Danijela Juričić Čargo. La sessione pomeridiana è stata invece dedicata quasi integralmente al Castello di Momiano con interventi di Marina Paoletić, Lorella Limoncin Toth e Anna Jenko Kovačič incentrati rispettivamente sul fasto e declino del castel Rota tra Cinquecento e Settecento; sulla sua evoluzione storico-architettonica, le ultime scoperte e la ristrutturazione; sul ruolo avuto dai signori di Momiano nelle questioni politico-istituzionali dell'alta Istria. La seconda giornata sarà dedicata invece ai personaggi storici: da Valvasor ai Morosini e Grimani, dai Barbo ai Belaj per citarne alcuni. Dunque, un convegno interessante che dà modo agli studiosi di scambiare informazioni ed esperienze ma che allo stesso tempo vuole valorizzare e popolarizzare- come è stato detto a Momiano- il patrimonio architettonico e culturale che fino ad una ventina di anni fa sembrava relegato nell'oblio e che ora, anche grazie ai numerosi lavori di restauro, si sta riscoprendo. Un'occasione, inoltre, per ricordare i legami storici che da secoli collegano l'Istria alle aree contermini dell'Europa occidentale.
Lionella Pausin Acquavita