E’ tempo di promuovere la cultura del rispetto, della tolleranza e dell’integrazione anche in nome della comprensione delle sofferenze altrui: quelle della popolazione slava nel periodo fascista e quelle degli italiani che subirono le foibe e l’ esilio. Questo il messaggio principale del documento concordato lo scorso gennaio durante il convegno “Foibe - mito e realtà”, organizzato a Zagabria. La dichiarazione congiunta - firmata dai presidenti delle tre associazioni combattentistiche: Franjo Habulin per quella croata, Marijan Križman per quella slovena e Gianfranco Pagliarulo per l’ANPI - critica la strumentalizzazione degli eventi storici a fini politici e ritiene che con il Giorno del ricordo si tenda a promuovere un discorso pubblico unilaterale teso a discreditare la resistenza italiana e jugoslava. “Condanniamo le esecuzioni sommarie e rispettiamo il dramma dell’esodo ma denunciamo pure il silenzio sui crimini perpetrati dalle forze di occupazione italiane” sta scritto nella dichiarazione che evidenzia la necessità di contrastare interpretazioni nazionali della storia e perseverare su una lettura plurinazionale che è più obiettiva. Da qui l’invito a incoraggiare la ricerca e gli sforzi degli storici croati, sloveni e italiani nella ricostruzione della verità che deve precisare pure i motivi e le responsabilità che hanno portato a foibe e all’esodo. “Che sia ribadita dalle istituzioni dei tre paesi una irreversibile scelta antifascista e antinazista” sta scritto ancora nella dichiarazione dove si rileva che i confini tra Croazia, Slovenia e Italia non devono essere intesi come barriere tra i popoli bensì come una porta aperta alla collaborazione. (lpa)
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