Il presidente italiano, Sergio Mattarella, ha risposto a quello sloveno, Borut Pahor, che lunedi gli aveva inviato una lettera, esprimendo preoccupazione per le dichiarazioni di alti rappresentanti dello stato italiano, alla cerimonia di Basovizza in ricordo delle vittime delle foibe e dell'esodo. "Il Giorno del Ricordo", spiega Mattarella, "non è mai stata una cerimonia diretta contro qualcuno, bensi un evento che deve accomunare paesi amici dell'Italia, come Slovenia e Croazia, nel respingere congiuntamente ogni ideologia totalitaria e nel rifiutare estremismi nazionalisti". "Parliamo", cosi Mattarella, "di terre da sempre punto di incontro di etnie, culture, lingue e dove non esistono più barriere, confini o conflitti". Il Capo dello Stato italiano condivide la preoccupazione di Pahor per il clima di cui talvolta siamo oggi testimoni in Europa, dall'inasprimento dei toni, agli eccessi verbali e ad un minore rispetto delle idee altrui, fenomeni che non dovrebbero trovare spazio nella casa comune europea.

E considera chiusa la vicenda il Ministro degli Esteri sloveno, Miro Cerar, per quanto riguarda le dichiarazioni del presidente dell'Europarlamento, Antonio Tajani, che alla cerimonia di Basovizza aveva parlato di "Istria e Dalmazia italiane". "Una lettera dai contenuti che ci aspettavamo"; cosi il capo diplomaza commenta la missiva nella quale Tajani si scusa per quanto pronunciato domenica a Basovizza. Una lettera i cui contenuti ricalcano quanto dichiarato da Tajani già dopo l'incontro a Strasburgo con gli eurodeputati di Slovenia e Croazia del Partito Popolare europeo, quando aveva espresso profondo e sincero rammarico e si era scusato per aver usato parole interpretate in Slovenia e Croazia come una sorta di rivendicazione territoriale. Tutte le forme di totalitarismo vanno decisamente condannate, le vittime del fascismo, del nazismo e del comunismo vanno trattate con lo stesso rispetto, aveva ancora sottolineato Tajani.

(red)

Foto: Reuters
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