"Non so come il comando della protezione civile istriana possa pensare di aprire gli esterni ovvero le terrazze di bar e ristoranti il primo marzo prossimo" l'affermazione fatta dal premier croato in riferimento agli annunci fatti a Pola su una possibile attenuazione dei provvedimenti tra due settimane. In modo quasi irritato, perché probabilmente provocato dalle domande che gli sono state fatte a Makarska, in Dalmazia Plenković ha aggiunto senza mezzi termini "le Unità locali possono proporre solamente misure più rigorose di quelle in atto e non invece un loro allentamento". Un rimprovero quello del premier che l'Unità di crisi istriana ha minimizzato. "Noi abbiamo il diritto di chiedere e poi, la responsabilità passa a Zagabria" la risposta di Pola - dove- respingendo ogni critica è stato fatto capire che "non siamo noi i politicanti e lo dimostrano i risultati che abbiamo nell'affrontare l'epidemia e il quadro generale che in Istria è sempre migliore di quello delle altre aree del paese".
Una polemica ingiustificata e che il premier Plenković avrebbe fatto meglio a evitare anche perché' stando ai bene informati il Consiglio degli esperti avrebbe indicato proprio il primo marzo come data di un nuovo possibile rilassamento con inclusa la riapertura dei servizi all'esterno di bar, paninoteche, pizzerie e ristoranti in genere in tutta la Croazia. E pure il capo dell'Unità di crisi nazionale e ministro degli interni Davor Božinović -in mattinata- ha dichiarato che quella arrivata dall' Istria è solo una richiesta e non una decisione unilaterale. (lpa)