Sul caso che sta dividendo l'opinione pubblica nazionale e istriana, non poteva mancare il commento del capo dello stato Zoran Milanović. "Non amo questo tipo di musica anzi non la sopporto proprio ma non la proibirei", ha detto il presidente croato che si è dichiarato contrario alla "cultura dell'interdizione". Le cajke, termine dispregiativo che va a indicare il lato trash della produzione musicale balcanica fanno star male Milanović ma - secondo lui- andrebbero contenute con altri metodi. Riferendosi alla sempre più massiccia diffusione del turbo folk in Croazia, che sta diventando un vero e proprio fenomeno sociale il capo dello stato ha fatto capire che ogni divieto suscita interesse. "Io avrei fatto svolgere il concerto poiché il pubblico c’è" ha aggiunto e non tralasciando la solita frecciatina al partito che governa il paese, ha concluso: "Anche mezzo HDZ ascolta questa musica". Come si è detto, sono in tanti a condividere l'opinione di Milanović. Stando a un sondaggio proposto da una rivista musicale ben il 62 per cento dei partecipanti si dichiarano favorevoli allo svolgimento di concerti di questo tipo mentre il 38 per cento è contrario. Su altri siti on line le percentuali si avvicinano ma è sempre maggiore quella dei favorevoli. Tra questi troviamo personalità come lo spalatino Tonči Huljić, guru della musica croata, il cantante istriano Alen Vitasović, la direttrice della fiera del libro polese Magdalena Vodopija e altri ancora. Tra quelli che difendono la decisione del sindaco Zoričić ci sono alcuni commenti che - come quello di Ivanka Toma sul Jutarnji List - rilevano come finalmente è stata avviata la questione della commercializzazione degli spazi pubblici. "E' un bene affittarli a tutti o andrebbero introdotti dei criteri", la domanda posta alla quale viene aggiunta la constatazione che la musica che ascoltiamo rappresenta un elemento importante della cultura e dei valori che ci appartengono. Ricordiamo che il sindaco Zoričić nel vietare il concerto dei quattro cantanti serbi al Palazzetto dello sport ha affermato che così difende l'identità della cittadina. "Fino a quando svolgerò questo incarico non permetterò manifestazioni di questo tipo negli spazi gestiti dall' amministrazione cittadina" ha spiegato Zoričić aggiungendo che "questo tipo di musica non appartiene allo spirito e alla mentalità di un' area mediterranea ed europea che si vanta della sua plurietnicità e multilinguismo". Non è questa la prima volta che a Pola si vieti un concerto. Nel 2008, le autorità cittadine di allora avevano proibito l'esibizione del controverso cantante croato, Marko Perković Thompson all'Arena.

(lpa)

Foto: MMC RTV SLO
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