Un incontro abituale e che si vuole mantenere tale nonostante i confini tra i tre paesi non esistano più. “Abbiamo reintrodotto i controlli, dettati dalla situazione internazionale”, ha detto Alenka Korošec Peruzin, a capo della Polizia di Capodistria che ha ricordato come proprio in questa data, esattamente 15 anni fa, la Slovenia entrava nella zona Schengen che da un anno è stata allargata alla Croazia. “La sicurezza dei cittadini sta al primo posto”, ha precisato la Korošec Peruzin rilevando come le cifre dell’immigrazione clandestina in quest’area sono diminuite rispetto a quelle registrate l’anno scorso.
Pure Alessandro Albini, a capo della Squadra mobile della Questura di Trieste ha evidenziato l’ottima collaborazione tra le forze di polizia dei tre paesi che stanno dando risultati concreti. In questo contesto ha ricordato “l’operazione boomerang”, conclusa a fine giungo e che ha permesso di disarticolare un sodalizio criminale di kosovari e albanesi attivo sulla tratta Croazia-Slovenia-Italia ovvero sulla parte finale della rotta Balcanica. “Questo è sicuramente un risultato brillante dell’operazione che ha sigillato, cristallizzato gli ottimi rapporti tra le forze di polizia che coprono questa fascia d’Europa e questa zona di frontiera”, ha affermato Albini.
All’incontro di Dragogna tutti consapevoli quindi della necessità di mantenersi vigili ma senza intaccare la libertà di circolazione in un’area - come quella istriana- collegata da vincoli territoriali, storici, culturali e soprattutto umani, personali di parentela. Alen Klabot, responsabile della Questura della Regione istriana ha definito questo 2023 un anno pieno di sfide per la polizia croata. “Con l’adesione a Schengen e l’abbattimento dei confini con l’Unione europea abbiamo dovuto adeguare il sistema esterno, ma in quest’ area la cooperazione è sicuramente più forte che mai”, ci ha detto non mancando di ricordare la specificità della frontiera istriana. ”Il nostro è un territorio particolare, aperto ma anche di grande circolazione, con considerevoli flussi turistici, dunque una zona che attrae la criminalità e anche il traffico di clandestini”, ha spiegato il capo della Questura regionale.
A far parte delle delegazioni dei tre paesi - che in un’atmosfera cordiale e di amicizia si sono scambiati i doni e gli auguri per le prossime festività - c’erano pure il veterano della polizia capodistriana Fabio Steffé e il buiese Robert Boban Paulović per lunghi anni a capo della frontiera croata sul Dragogna, premiato recentemente come miglior poliziotto croato. “Collaborazione, sicurezza e libertà”, il messaggio di entrambi, nel fare gli auguri ai colleghi ma soprattutto alla popolazione dell’area.
Lionella Pausin Acquavita