L'usanza di ripulire e risistemare la scritta Tito sopra Villa Decani dura da decenni e “non ha a che fare con l'Associazione Antifascisti, Combattenti per i Valori della Lotta Popolare di Liberazione e Veterani di Capodistria. Lo fanno alcuni abitanti volontari”, precisa Ingrid Kocjančič, presidente della Comunità locale di Villa Decani, che ricorda questa iniziativa si da quando era bambina.
Una tradizione sentita dagli abitanti del posto a cui non sembrano avere nessuna intenzione di rinunciare. Anche durante la pandemia, che per due anni ha fermato le celebrazioni della Festa dei Lavoratori e i falò alla vigilia, non si è mancato, alla vigilia della Giornata della Vittoria, che ricorre il 9 maggio, di riaccendere le fiaccole e di risistemare le pietre che compongono la scritta Tito.
La tradizione non era mai salita alla ribalta delle cronache nazionali, visto che i riflettori erano puntati soprattutto su quella di Monte Sabotino sopra Nova Gorica e Gorizia. L'anno scorso, però aveva attirato l'attenzione dell'emittente Nova 24 che l'ha definita una “palese provocazione di cattivo gusto”, riferendosi alle "atrocità commesse dal regime". Si vedrà se l’emittente vicina al governo uscente, se ne occuperà anche quest’anno, visto che, in base alle informazioni fornite dalla presidente della comunità locale, Tito si riaccenderà anche quest'anno, in una data da definire naturalmente, per non riovinare la sorpresa sia ai sostenitori sia ai detrattori del Maresciallo.
Maja Cergol