L’importante ricorrenza costituisce l’occasione per riflettere, ha sottolineato Teo Hrvoje Oršanič, direttore dell’Istituto promotore dell’iniziativa, ricordando che solo preservando la biodiversità ci si garantisce un futuro, di conseguenza è necessario andarci cauti con gli interventi dell’uomo. “Ogni cambiamento porta all’urbanizzazione dell’ambiente”, ha concordato Tina Trampuš della filiale di Pirano dell’ente. Il perché della necessità di tutelare il lembo di costa e lasciarlo come la natura lo ha fatto, lo ha spiegato Martina Orlando Bonaca, ricercatrice della Stazione di biologia marina di Pirano: “Lungo la linea costiera tra Capodistria e Isola sappiamo di avere habitat estremamente importanti, qui non stiamo parlando solamente delle praterie di posidonia. Lungo la linea costiera abbiamo una prateria che si estende per circa un chilometro ed è fatta a macchie di leopardo. Ma questa è solo una parte della biodiversità in quest'area, mentre sui fondali sabbiosi crescono le fanerogame marine, quindi posidonia, e intorno la cimodocea nodosa, Qui abbiamo anche sulle rocce, crescono le cosiddette foreste di alghe brune, le alghe brune, soprattutto quelle del genere Cystoseira, sono estremamente importanti perché vanno effettivamente a formare delle piccole foreste, così come gli alberi sulla terraferma”. Nelle foreste menzionate crescono altre alghe più piccole, ci sono un sacco di invertebrati bentonici, molto importanti anche per la comunità ittica costiera, così la Orlando, perché qui vengono a nidificare delle specie di labridi, che fanno dei nidi che sono quasi più belli di quelli degli uccelli, che andrebbe senz’altro tutelato.
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