
Bandito a livello nazionale per immettere in ruolo circa 20mila docenti, il concorso è stato strutturato a livello interregionale e le relative procedure sono state gestite dall’Ufficio scolastico regionale delle Marche, il quale ha nominato a sua volta la commissione addetta alla valutazione dei candidati. Nell'elaborare le tipologie di prove, la commissione ha deciso di far svolgere la prova pratica agli aspiranti docenti della classe in modalità scritta. A riguardo è stato presentato un ricorso da parte di un gruppo di candidati, che hanno contestato la violazione dell’anonimato durante lo svolgimento della prova. Il TAR ha rilevato che le modalità operative adottate durante la prova pratica non garantivano l'anonimato dei partecipanti, compromettendo così l'imparzialità e la trasparenza della selezione. Di conseguenza, il concorso dovrà essere ripetuto nelle regioni interessate, con l'obbligo per l'amministrazione di adottare misure che assicurino il rispetto dei principi di anonimato e imparzialità nelle future prove. Uno sviluppo che rappresenta un ulteriore ostacolo nel processo di reclutamento previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che mira all'assunzione di 70.000 docenti entro il 2026. In particolare, il concorso annullato faceva parte delle procedure concorsuali ordinarie, note come "concorso PNRR 2", avviate nel dicembre 2024 per le scuole di ogni ordine e grado, con 19.032 posti a disposizione, di cui il 25% riservato al “sostegno”. L'annullamento del concorso potrebbe avere ripercussioni significative sull'organizzazione scolastica nelle regioni coinvolte, ritardando l'assegnazione delle cattedre e l'inizio delle attività didattiche per gli studenti. Le autorità competenti dovranno ora predisporre nuove procedure concorsuali che rispettino le indicazioni del TAR, al fine di garantire una selezione equa e trasparente dei docenti.
B.Z.