Foto: Reuters
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Una fonte politica di Israele, spiega il quotidiano Haaretz, afferma che il ritardo nell'attuazione dell'accordo, raggiunto tra Israele e Hamas con la mediazione del Qatar, è dovuto al fatto che il gruppo estremista palestinese non ha ancora presentato una lista dei cittadini israeliani che ha intenzione di rilasciare. Non ha inoltre ancora ratificato l'intesa, che dovrebbe garantire che tutte le parti rispettino i termini concordati, ovvero, lo ricordiamo, 4 giorni di "pausa operativa" e il rilascio di 50 ostaggi israeliani in cambio di 150 palestinesi.
Il consigliere della sicurezza nazionale di Israele ha intanto detto che l'inizio della liberazione degli ostaggi è atteso non prima di domani; la fase del rilascio sta andando avanti come programmato, ha aggiunto. "I negoziati per il rilascio dei nostri prigionieri procedono e continueranno tutto il tempo", ha detto, secondo quando si legge in un comunicato diffuso dall'ufficio del premier, Benjamin Netanyahu.
Al contempo fonti di sicurezza hanno riferito che lo scambio tra gli ostaggi israeliani ed i prigionieri palestinesi dovrebbe avvenire gradualmente attraverso il valico di Rafah tra Egitto e Gaza. Gli ostaggi in mano a Hamas dovrebbero essere consegnati ai servizi di sicurezza egiziani per poi essere affidati alla parte israeliana presso il vicino valico di Karem Aboul Salem.
Il premier Netanyahu, ha dichiarato poi che nonostante l'accordo "la guerra continua" e che non finirà fino a quando tutti gli obiettivi di Israele "non saranno raggiunti, incluso il ritorno dei prigionieri israeliani e l'eliminazione di Hamas", e fino a quando non sarà garantito che "Gaza non sarà sotto il controllo di alcun partito che si impegna nel terrorismo o insegna il terrorismo. Garantiremo la sicurezza e l'incolumità dei nostri cittadini sia nel nord che nel sud", ha detto ancora Netanyahu, "stiamo vincendo e continueremo la lotta fino alla vittoria completa".