Il primo ministro dello Sri Lanka, Ranil Wickremesinghe, ha avvisato che sono possibili ulteriori attacchi nel Paese. Il premier ha aggiunto poi che ci potrebbero essere "alcuni legami" tra gli attentatori e l'Isis, ha affermato che tutte le persone finora arrestate per gli attacchi di Pasqua sono cittadini cingalesi e che alcuni degli attentatori hanno viaggiato all'estero per poi rientrare in patria e colpire.
E proprio il gruppo terroristico di matrice islamica ha rivendicato gli attacchi, che secondo gli ultimi bilanci hanno causato almeno 321 morti, tra i quali, dai dati in possesso all'Unicef, figurano 45 bambini.
L'Isis inizialmente non aveva fornito alcuna prova del proprio coinvolgimento diretto, ma successivamente, attraverso la sua agenzia di propaganda Amaq, ha descritto dove era dislocato ogni attentatore suicida, fornendo il nome di battaglia di ognuno di loro, senza specificare le varie nazionalità. In seguito ha anche pubblicato la foto di un uomo, affermando che è lui ad aver guidato i kamikaze della strage di Pasqua.
I fatti di sangue sono poi proseguiti nelle ore successive, quando la moglie e i due figli di uno dei kamikaze sono morti, facendosi esplodere, all'arrivo della polizia. Anche il fratello del sospetto kamikaze, che la polizia ha tentato di catturare, si è fatto esplodere, uccidendo tre agenti. Dallo Sri Lanka, messo in ginocchio dagli attentati, sono intanto tornati alcuni turisti, che hanno raccontato come improvvisamente sia scoppiato l'inferno.
Davide Fifaco