“Solo un giornalista indipendente è un giornalista libero”. Questo il messaggio lanciato dalle associazioni di categoria che si sono date appuntamento dinanzi alla sede lubianese di RTV Slovenia per fare il punto della situazione e riflettere sulle future sfide. Il luogo non è stato scelto a caso ma per indicare il malessere all’ interno dell’ente radiotelevisivo nazionale dove si è in sciopero da quasi un anno e dove, le richieste di autonomia redazionale e istituzionale fatte dal coordinamento dei sindacati giornalistici RTV, vengono disattese dalla dirigenza. Nell’ occasione il Sindacato dei giornalisti della Slovenia ha presentato i risultati di un sondaggio sulle condizioni di lavoro che sono a dir poco preoccupanti. Attivi nel mondo dell’informazione in media da 23 anni, un terzo dei quali senza contratto di lavoro, gli intervistati indicano avvilenti soprattutto il sistema di valutazione e le opportunità di promozione. Intanto nell’ ultimo nel Rapporto 2023 di “Reportes sans frontier” che valuta la libertà di stampa in 180 paesi, la Slovenia si trova al 50. esimo posto e - guadagnando quattro categorie rispetto all’ anno scorso- si ricolloca tra gli stati che presentano una situazione soddisfacente. Paese più virtuoso- ricordiamo- la Norvegia mentre la Corea del Nord chiude la classificata. L’ Italia si colloca al 41. esimo gradino, seguita dalla Croazia che è 42. esima. “L’ aggressività crescente dei governi autocratici, e quella di altri che sono considerati democratici, unita a massicce campagne di disinformazione o propaganda hanno fatto peggiorare la situazione globale”, spiega il rapporto secondo il quale “i rapidi progressi tecnologici stanno consentendo ai governi e agli attori politici di distorcere la realtà”. Inoltre- si rileva- anche il notevole sviluppo dell’intelligenza artificiale sta provocando ulteriori scompigli nel mondo dei media che era già stato minato dal Web 2.0. Ricordiamo infine che la Giornata della libertà di stampa è stata proclamata dall’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1993 per sensibilizzare la comunità globale su uno dei diritti fondamentali sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, ovvero la libertà di opinione ed espressione.
(lpa)