"Ciascun Paese dovrà scegliere da quale parte schierarsi; niente più rinvii, niente più giochetti". Così il Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, alla riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. "O siete dalla parte della libertà o da quella di Maduro e del suo caos", ha aggiunto accusando Mosca e Pechino di "sostenere un sistema ormai distrutto nella speranza di ottenere un risarcimento pari a miliardi di dollari per i cattivi investimenti e aiuti umanitari", offerti negli ultimi anni al Brasile.
La Russia, nel contempo, ha accusato gli Stati Uniti di intromissione negli affari interni del Venezuela. L'ambasciatore russo all'Onu ha affermato che il Paese "non rappresenta una minaccia alla pace e alla sicurezza" nel mondo. "L'obiettivo degli Usa è quello di tentare un colpo di Stato", ha aggiunto.
Inoltre, al Consiglio di sicurezza dell'Onu, il ministro degli Esteri venezuelano, Jorge Arreaza, ha respinto l'ultimatum dell'Unione europea che ha chiesto con forza che entro 8 giorni nel Paese vengano indette elezioni democratiche, altrimenti Bruxelles avrebbe riconosciuto il leader dell'opposizione e presidente del parlamento Juan Guaidó, quale nuovo capo di stato ad interim. Arreaza ha anche insistito sul fatto che Nicolas Maduro resti presidente, nonostante le pressioni internazionali.
Maduro intanto ha concesso una proroga al termine entro il quale tutti i diplomatici americani devono abbandonare il Venezuela. Gli States hanno dapprima ignorato l'ordine del presidente, affermando che questo ha formalmente perso il potere di rompere le relazioni diplomatiche con gli altri Paesi. Solo una parte della delegazione americana è ritornata in patria, gli altri si trovano ancora in Venezuela.
Giunge inoltre notizia che anche l'addetto militare del Venezuela negli Stati Uniti, il colonnello José Luis Silva, ha annunciato che riconosce l'autorità di Juan Guaidó come legittimo presidente.
E. P.