Foto: Reuters
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Dopo due giornate intense di discussioni, in cui sono stati affrontati molteplici temi di rilevanza globale, i leader dei Paesi del G7 hanno conseguito l’obiettivo di riaffermare il proprio impegno nei confronti della crisi russo-ucraina e mediorientale. In particolare, al termine del summit tenutosi a La Malbaie, in Canada, i Ministri degli Esteri hanno ribadito il sostegno all’integrità territoriale e alla sovranità dell’Ucraina. I capi diplomazia del gruppo hanno accolto con favore gli sforzi volti a conseguire un cessate il fuoco, con specifico riferimento ai colloqui avvenuti l’11 marzo in Arabia Saudita. È stato espresso apprezzamento per la disponibilità di Kiev ad accettare una tregua, con un conseguente appello alla Federazione Russa a fare lo stesso. Inoltre, è stata discussa la possibilità di imporre ulteriori misure sanzionatorie nei confronti di Mosca qualora quest'ultima rifiuti di accettare l'accordo. Parallelamente, è stata considerata l'opzione di utilizzare i proventi derivanti dai beni sovrani russi congelati. La dichiarazione relativa a tale conflitto è stata formulata in termini più moderati rispetto alle bozze precedenti. I paesi del G7 hanno dichiarato la loro intenzione di perseguire una "pace giusta in linea con la Carta delle Nazioni Unite.” A tal fine, hanno chiesto alla Russia di accettare la proposta a “parità di condizioni e attuandola pienamente.” Questa formulazione differisce dalla bozza iniziale, che richiedeva a Mosca di acconsentire “senza condizioni.” Infine, sebbene senza menzionare direttamente il Cremlino, la dichiarazione finale ha incluso il termine "aggressione", sostenendo la "necessità di accordi di sicurezza solidi e credibili per garantire" Kiev. Mentre sul fronte ucraino il Canada e gli alleati europei hanno ottenuto consensi nei confronti degli USA, in materia di Medio Oriente è stato necessario un compromesso. Il documento finale non include più il riferimento alla "soluzione dei due Stati". Invece, i paesi hanno enfatizzato l'imperativo di un "orizzonte politico" per il popolo palestinese, da conseguire mediante una soluzione negoziata che soddisfi le legittime esigenze e aspirazioni di entrambe le parti. È stata richiesta ad Hamas la liberazione degli ostaggi e la restituzione dei corpi ancora presenti nella Striscia di Gaza. Hanno inoltre riaffermato il loro sostegno alla consegna di aiuti umanitari alla popolazione civile.

Alessia Mitar