
La proposta avanzata dall’Egitto prevede un graduale rilascio degli ostaggi da entrambe le parti e che Hamas fornisca informazioni dettagliate sugli ostaggi ancora detenuti, compresi filmati a conferma della loro condizione. Se accettato, il piano porterebbe a una sospensione immediata delle ostilità e all'avvio di negoziati per definire una tempistica per il rilascio degli ostaggi e un graduale ritiro delle forze di israeliane dalla regione. Hamas ha già dato un segnale di apertura, diffondendo un video che mostra due ostaggi israeliani rapiti il 7 ottobre 2023 durante il Nova Festival e trattenuti a Gaza da oltre 500 giorni.

Il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, ha sottolineato, durante una conferenza stampa con Kaja Kallas, Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, che la liberazione degli ostaggi può avvenire solo attraverso il dialogo. Ha inoltre evidenziato la necessità di un corpo di polizia che garantisca la sicurezza di Gaza nel post-conflitto, con la possibilità di un intervento delle Nazioni Unite. Dal canto suo Kallas ha dichiarato che l'Unione Europea non riconosce alcun ruolo per Hamas nella futura governance di Gaza. Durante un incontro con il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar, Kallas ha ribadito il diritto di Israele all'autodifesa, pur sottolineando la necessità di azioni militari proporzionate e i rischi di escalation legati agli attacchi israeliani in Siria e Libano. Ha inoltre insistito sull'importanza di un cessate il fuoco permanente e del rilascio degli ostaggi, esprimendo il sostegno dell'UE al piano arabo per la ricostruzione dell’enclave. Nel frattempo, la situazione sul campo resta drammatica. Il Ministero della Salute di Gaza ha riferito che, dal 19 marzo, gli attacchi israeliani hanno causato almeno 730 morti e oltre 1.360 feriti. Dall'inizio del conflitto, il 7 ottobre 2023, il bilancio delle vittime palestinesi ha superato i 50.000.
M.N.