30 anni al servizio dei pensionati e dei lavoratori, con un ruolo crescente nell’assistenza a chi ogni giorno attraversa il confine per andare sul posto di lavoro.
È la storia del patronato Inca Slovenia, realtà fondata nel 1992 per volontà della Cgil ma che oggi collabora anche con le maggiori realtà sindacali in Slovenia, con numeri che testimoniano un ruolo fondamentale per pensionati e lavoratori che hanno rapporti con l’Italia, come ci conferma Diana Peloza dirigente dell’INCA CGIL in Slovenia. “Il patronato INCA in Slovenia dice - è nato come una permanenza con l’appoggio dell'INPS di Trieste, ma abbiamo capito presto che l’attività sarebbe andata oltre: annualmente abbiamo più di 6000 persone che si rivolgono a noi, e se facciamo il conto su 30 anni possiamo arrivare sopra le 100.000 persone. Non copriamo solamente il litorale, copriamo l'intero territorio sloveno, anche tramite la posta per quelli che non possono arrivare direttamente ai nostri uffici”.
La ricorrenza stata celebrata in un’assemblea solenne a Capodistria, con la partecipazione, oltre che del presidente Jadran Čalija e dei dirigenti dell’INCA in Slovenia, anche della Cgil regionale e nazionale, del sindaco Aleš Bržan, che ha consegnato all’INCA un riconoscimento, del Console generale d'Italia a Capodistria Giovanni Coviello, e della Comunità nazionale italiana, con Maurizio Tremul per l’UI e Andrea Bartole per la Can Costiera.
Nel corso degli interventi è stato ricordato come l’attività in questi 30 anni si sia allargata anche ad altre città oltre a Capodistria, diventando un punto di rifermento per i pensionati, a anche per l’assistenza dei lavoratori transfrontalieri, “garantendo un servizio a lavoratori e imprese”. Dal 2019 l’INCA fa parte anche del progetto Euradria, che punta a rimuovere gli ostacoli alla mobilità dei lavoratori transfrontalieri. Anche nel corso della pandemia è stato fatto tutto il possibile per garantire i servizi e gli uffici non si sono mai fermati e sono sempre stati aperti per gli assistiti.
Accanto ai risultati e al ruolo fondamentale del patronato nel mondo del lavoro a cavallo del confine, gli interventi hanno messo in luce anche alcune criticità, rese ancor più evidenti dalla pandemia. Sui tutte i tempi necessari all’INPS per esaminare le pratiche pensionistiche (c’è ormai chi attende anche più di un anno per avere la pensione), e nuove norme che di fatto limitano i diritti dei lavoratori transfrontalieri.
Nel corso del dibattito Maurizio Tremul ha auspicato l’apertura di un patronato anche ad Albona, e sottolineano come l’esperienza dell’Inca sia un’applicazione concreta del principio di fratellanza fra i popoli, e di voglia di lavorare per il bene di tutti. Andrea Bartole ha ricordato come il patronato rappresenti perfettamente la dimensione dei lavoratori nel modo più ampio possibile, facendo rete e offrendo servizi a chi ne ha bisogno, realizzando i diritti dei lavoratori.
Al termine della cerimonia è stato consegnato un riconoscimento a Roberto Treu, attuale Segretario generale dello SPI Cgil, da sempre attivo nella tutela del lavoro transfrontaliero, e uno dei fondatori e sostenitori del patronato INCA in Slovenia.
Alessandro Martegani