Un’occasione per fare il bilancio dei passi in avanti compiuti negli ultimi anni e anche per salutare la comunità slovena in Italia all’avvicinarsi della fine del mandato.
Borut Pahor ha deciso di venire a Trieste, la città che aveva visto uno dei punti più alti del mandato del Presidente sloveno, e anche di quello Italiano Sergio Mattarella, con l’omaggio ai luoghi della memoria e la firma del memorandum che sanciva la restituzione del Narodni Dom alla comunità slovena in Italia.
Proprio la piccola biblioteca per l’infanzia del Narodni dom ha ospitato l’incontro fra il Presidente e i rappresentanti della comunità slovena, alla presenza di una trentina di persone. L’ambiente più intimo, rispetto alla sala conferenze era stato scelto proprio su richiesta di Pahor, che voleva salutare i connazionali in Italia con una cerimonia non troppo formale. Tre gli interventi: oltre a quello del Presidente, anche i saluti dei presidenti dell’SKGZ, Ksenija Dobrila, e dell’SSO, Walter Bandelj, che hanno sottolineato l’impegno di Pahor per la comunità, la capacità del Presidente di comprendere le necessità e bisogni delle minoranze, e percorso compiuto negli ultimi anni per la tutela della comunità slovena.
Anche Pahor ha tracciato un bilancio del suo mandato, in particolare per quanto riguarda le relazioni con le minoranze e con la comunità slovena in Italia, sottolineando come i rapporti fra i due paesi, anche nei confronti della minoranza slovena, siano molto miglioranti, e ha ricordato la stima e l’amicizia che lo legano a Sergio Mattarella, che Pahor incontrerà lunedì a Roma.
Un percorso che ha portato allo storico omaggio alla Foiba e al Monumento ai quattro fucilati a Basovizza, ma, ha aggiunto, anche alla firma del memorandum che ha sancito la restituzione del Narodni dom, tema che è sempre stato al centro dei contatti fra i due governi, e anche dei due presidenti. “Non si trattava solo di firmare un accordo – ha detto Pahor – ma anche di favorire la comprensione reciproca”.
Il percorso però non è finito: “Non è un mistero – ha detto a margine dell’incontro - che il Presidente Mattarella ed io abbiamo discusso con alti rappresentanti del governo italiano di ulteriori passi per la tutela della minoranza slovena in Italia, come l’istituzione di un seggio garantito alla Camera italiana e al Senato. Si tratta di strumenti che in Slovenia hanno aiutato a tutelare la minoranza italiana, e credo sia necessario anche per la minoranza slovena avere una garanzia, a prescindere dal clima politico, che la voce della comunità linguistica sia ascoltata nel Parlamento a Roma”.0
“Andiamo con andiamo avanti con coraggio - ha poi detto ai rapprentanti della comunità slovena in Italia - preserviamo le differenze perché ci arricchiscono, prendiamoci cura della nostra lingua e di tutto ciò che ci definisce: cultura, coscienza, identità”, ha detto, ribadendo che è necessario alimentare anche l’identità comune europea, perché “ protegge anche la nostra comunità nazionale”.
Anche Ksenija Dobrila ha sottolineato come sia necessario impegnarsi per la convivenza, il dialogo e la riconciliazione. "Durante il tuo mandato – ha detto a Pahor - abbiamo sentito che eri anche il nostro presidente"-
"È facile dividersi – ha poi ricordato Walter Bandelj -, ma è molto più difficile costruire la convivenza nel rispetto reciproco delle differenze”.
Al termine della cerimonia, Pahor ha pranzato con i rappresentanti della comunità slovena in Italia, e la giornata è chiusa con la visita alla redazione del Primorski Dnevnik, il quotidiano in lingua slovena che ha sede a Trieste, al quale Pahor nel 2015 Paveva conferito l'Ordine d'argento per il contributo alla conservazione della nazionalità degli sloveni in Italia: è il primo Presidente della Slovenia a entrare nella redazione del giornale
Alessandro Martegani