Il sindacato si è rivolto al governo sollecitando ulteriori adeguamenti alle pensioni oltre a quelli ordinari; uno aggiuntivo comporterebbe l'aumento dell'uno percento delle pensioni, al quale andrebbe aggiunto un adeguamento straordinario pari al 4,4 percento. Nel 2022 le pensioni, nonostante l'adeguamento ordinario a febbraio e le integrazioni una tantum a novembre e dicembre non sono riuscite a coprire l'inflazione che, lo ricordiamo a dicembre è stata superiore al 10 percento su base annua. Al contempo i prezzi dei generi alimentari e delle bevande analcoliche hanno registrato un balzo di oltre il 19 percento. Inoltre, avverte il sindacato, gli adeguamenti straordinari del 2022 sono serviti solo parzialmente a bilanciare quelli non garantiti dopo il 2010. "Possiamo dire, senza alcun timore di essere smentiti, che le pensioni sono state penalizzate", ha detto la presidente del sindacato, Francka Četković. "Uno stato sociale ha il dovere di garantire una vita dignitosa agli anziani, come previsto dalla costituzione e dai documenti dell'UE". L'ammontare medio delle pensioni dovrebbe essere pari al 72 percento del salario medio, secondo gli ultimi dati disponibili non arrivano invece al 57 percento. Circa un quarto dei pensionati arriva appena a 600 euro al mese. Respinti gli appunti del governo secondo cui accettare le richieste del sindacato significherebbe minare la sostenibilità delle finanze pubbliche, in quanto i contributi dal bilancio per la cassa previdenziale diminuiscono di anno in anno; mezzi aggiuntivi, si rileva, potrebbero venir garantiti aumentando la quota di partecipazione dei datori di lavoro e con la tassazione dei grandi profitti, come promesso tempo fa dal premier Golob. Al ministero del lavoro dicono di rendersi conto delle difficoltà di molti pensionati. In futuro si cercherà di venire incontro nel quadro della riforma del sistema previdenziale e di invalidità, che tra non molto verrà presentata e sarà oggetto di pubblico dibattito.
Delio Dessardo