Posizione ferma dei Democratici contro la decisione presa dalla polizia della capitale che avrebbe appurato che lo scorso 28 ottobre non ci sarebbe stato alcun contatto fisico tra il deputato Branko Grims e il suo assalitore, la cui identità resta ancora sconosciuta; cancellando perciò l’accusa, mossa nei suoi confronti, di tentato omicidio e mantenendo solo quelle relative ad una serie di reati minori.
Secondo il gruppo parlamentare del SDS è, invece, innegabile la ricaduta che questo episodio ha avuto sulla salute del deputato, come documentato da referti medici, tra i quali quello del pronto soccorso, dove si era recato subito dopo l’accaduto Grims; che, tra l’altro, insieme ad altri suoi colleghi aveva immediatamente rilasciato la sua testimonianza alle forze dell’ordine.
"Il fatto che la polizia abbia preso la decisione esclusivamente sulla base delle riprese parziali di una telecamera che possono essere facilmente manipolate” è bollata, quindi, come una cosa poco professionale. Vengono anche sollevati dubbi sull’onestà di questa decisione, poiché secondo il gruppo del SDS “la polizia sta subendo forti pressioni politiche negli ultimi mesi”, come dimostrerebbero le dimissioni della ministro degli Interni Tatjana Bobnar.
Inoltre si sono detti dispiaciuti che molti non avessero sentito la necessità all’epoca di dimostrare solidarietà all’aggredito, sottolineando che “l'attacco al deputato” secondo loro “era solo la punta dell'iceberg” di un clima teso frutto di una serie di attacchi diretti e indiretti subiti in questi ultimi due anni dal partito e della violenza che sarebbe stata fomentata anche dai media. Infine hanno invitato tutti a restare uniti e a lavorare per garantire la sicurezza dei parlamentari e dei dipendenti dell’Assemblea nazionale.
Barbara Costamagna